Mi dicevano quando ero bambina ed il tempo aveva ancora dei ritmi scanditi dalle stagioni.
Quando non c’era la televisione e noi bambini si guardava, il naso incollato ai vetri delle finestre, i fiocchi che scendevano lenti dal cielo.
Sognavamo poter trasformare tutta quella neve in pupazzi.
Era uno spettacolo:
i tram che passavano con la luce gialla e, dietro i vetri tutti appannati, la sagoma scura ed informe della gente stipata.
Le nonne, per tenerci occupati, ci facevano disegnare i cristalli di neve e ci raccontavano che in montagna, la gente si riuniva nelle stalle con le bestie, per stare calda e si raccontava “le storie”. Noi volevamo sapere che “storie” e allora la nonna ne incominciava una
del lupo che camminava nella neve e faceva ploff-ploff…
Per anni, guardando certi quadri del Segantini, sono tornata con gran tenerezza a quei pomeriggi invernali, coi loro attimi magici, cacciati dalla televisione, dalle settimane bianche.
Credevo fossero irrimediabilmente persi ed invece,
eccomi oggi, dietro al vetro, a guardare per ore la neve che scende,
a guardare Giorgio che impasta il pane con la madre acida, che Marcello, l’amico panificatore, ci ha regalato due giorni fa ad Ebbio.
È una madre di pane che ha 100 anni!
Mi sembra impossibile…. Eppure, mentre tutto questo mondo rutilante s’arrabatta,
c’è ancora qualcuno che impasta il pane e mette da parte una pallottina, che servirà a fare il pane anche domani e dopodomani e così via da 100 anni…
guardo e cerco di ricordarmi come si disegna un cristallo di neve, uno qualunque …
Guardo i campi nella valle e mi piange il cuore, sotto tutta quella neve non c’è seminato, c’è solo un abbandono chiamato esoticamente set-aside.
Il pane si compra al super mercatino. Quante famiglie montanare spiano ancora la neve pensando al pane che si farà col grano cullato sotto?
È tanto bella questa neve che scende ininterrottamente da tante ore, tutto intorno è bianco, soffice e sospeso nel tempo, le sagome dei monti sono sparite in questo turbinio di fiocchi, dentro casa si sta bene, c’è profumo di pane caldo …
là fuori, sotto la neve, dormono, come il grano, le gemme dei meli, gli elleboro che ho visto già spuntati, tutti i semini caduti per caso o messi da mani amorevoli.
Sotto la neve dorme il grano ….. e il lupo ploff-ploff …