venerdì 6 febbraio 2009

il coraggio di dire: no!


Di episodi di malasanità in Italia ce ne sono sempre stati tanti.
Però nel passato, pochi ne venivano a conoscenza.
Nell’ultimo trentennio invece, acquisita la coscienza che il malato andava tutelato maggiormente di un cittadino sano, quasi ogni episodio di malasanità è venuto alla luce e molti sono stati puniti.
Il fatto di constatarne tanti, sapere che non tutti sono scoperti o denunciati e che non tutti gli autori sono puniti, ha fatto scendere il corpo dei medici abbastanza in basso, tanto che di loro si parla solo nell'eccellenza di virtù o di peccati. Il restante considerevole numero dei medici operanti sul territorio italiano gode di scarsa stima.

La gente vorrebbe ancora il medico di famiglia, quello che conosce realmente ogni singolo componente, che segue con interesse e partecipazione, quello che cura tutto l’insieme del corpo della persona, la palpigna, la ascolta, gli parla.

Invece si scontra con un mezzobusto, che difficilmente visita, che spesso non spegne il cellulare e visita continuamente interrotto dal trillo del marchingegno. Quello che ti rimanda ad uno specialista senza neanche cercare di capire cosa hai, che prescrive analisi, che poi non si prende la briga di osservare attentamente e tanto meno di spiegarti. Quello che fa clonare le ricette dalla segretaria senza adeguarle al reale stato del paziente. Quello che esce per andare di corsa col SUV in palestra, al mare, in montagna, alle Seychelles, al ristorante, dall’amante … quello che non incontri mai fuori studio perché non abita nel tuo quartiere. Quello che ha altri due studi da seguire. Quello che esercita “intramoenia” in ospedale, dove si fa pagare, anche se l’unica cosa sua è il sapere, tutto il resto, macchinari compresi, è pagato dalla comunità. Quello che opera presso una clinica dove le sue prestazioni sono profumatamente pagate, la sala operatoria è in affitto (comprensiva di personale paramedico, anestesisti a parte), e paghi la stanza, come in un albergo di lusso, nonostante paghi pure lo Stato. Quello degli ambulatori ASL, perennemente annoiato e distratto, con l’aria dello sfigato.

Insomma tutti questi, quelli che, in genere debbono screditare i medici in prima linea, per sentirsi normali nel numero e nell’apparente impegno, bene, oggi si sono riscattati.

Qualche marpione doppio-giochista, qualche imbecille, qualche pavido, qualche esoso arrivista resterà in circolazione, ma la massa, quella che conta, quella che dà il servizio vero, quella che connota il nostro Paese, quella che incarna la Pietas, si è riscoperta ed ha il coraggio di dire no ad un progetto di legge aberrante, lesivo della dignità umana.

Denunciare un essere umano in fuga da miseria, guerre, che già soffre e spesso, proprio per questa ragione, si ammala, è quanto di più cattivo si possa pensare. Togliergli la speranza di ogni cura nel momento nel quale è più debole è un abominio, che non trova nessuna giustificazione.

Wow, oggi i medici italiani hanno detto: no!
Che Dio li abbia in gloria e renda loro merito!