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domenica 22 maggio 2016

diffidate gente dell'"IO"




Diffidate gente di chi inizia tutti i suoi discorsi con “Io”,
anche se si dichiarano amici non lo sono e non lo saranno mai veramente.

Sarà una falsa modestia cattolica, ma mi è stato insegnato che non era educato iniziare i discorsi con “io”.
Bene, ho sempre applicato questa regola e, nel tempo, mi sono accorta che costruiva pace, chi non l’applicava non aveva solo degli opinabili problemi di educazione, ma aveva dei seri problemi di rapporto sociale.
Le persone che iniziano tutti i loro discorsi con “io”

non ascoltano gli altri, si “contrappongono” sempre, si misurano sempre con agli altri in base a giudizi preconcetti, nei quali danno sempre a sé stessi maggior valore che agli altri.

Il continuare a confrontarsi è foriero di guerre,

sì, perché le guerre nascono da piccole cose agite da piccoli uomini.

I piccoli uomini hanno sempre bisogno di schiacciare gli altri per sentirsi qualcuno.
Li schiacciano con la forza di un successo effimero, conteggiato sulla quantità di soldi posseduti o fatti transitare nelle loro mani. A loro non importa quale valore morale o sociale gli altri possano avere, quanto amore siano stati capaci di dare o suscitare, quanto ne potranno ancora dare. A loro non importa di tutti coloro che hanno un animo o una mente semplice, poca o tanta cultura, 
se non hanno saputo trasformare tutto ciò in soldoni:

sono poveri, quindi non valgono niente.

I poveri si possono umiliare in mille modi: girando la testa da un’altra parte, anche quando il gesto di dare una monetina non può scalfire la ricchezza acquisita. 
Si possono umiliare sminuendone sempre le aspirazioni, i sogni, le idee, le capacità. 
Si può dare ad uno dell’incapace senza neanche avere il coraggio di farlo direttamente, basta fare gli esempi di “altri” e contrapporli alla propria “saggezza”. 
E se le persone si ribellano all’ovvietà dell’offesa, allora si aggiunge anche un insulto alla loro intelligenza, rinnegando l’intenzione di offendere.

I maramaldi dell’io spesso invocano a loro sostegno un Dio,
ma altrettanto spesso si dimenticano di quelle regole che esistono in tutte le religioni
e che, in quella di più largo uso in Italia, si chiamano “di carità”.

Sovente, pur conoscendo il significato vero di parole come:
empatia, partecipazione, amicizia, condivisione di momenti piacevoli e spiacevoli, di sogni, di speranze, di progetti,
non riescono a viverle.


Diffidate di chi incomincia tutti i suoi discorsi con “io”,

sono persone che costruiscono differenze, diffidenze, giudizi, insomma partono dal basso, da cose che sembrano di poco conto, ma alla fine creano guerra e distruzione .

lunedì 9 luglio 2012

Il Parnaso ambulante




Miei degni amici, il mio carro nasconde
molti libri vecchi e nuovi;
questa carovana viaggiante è piena di libri,
libri, i più sinceri amici dell'uomo.
Libri per tutti i gusti:
auree liriche delle Muse,
libri di cucina e di agricoltura,
romanzi appassionati ed affascinanti,
d'ogni specie e per ogni bisogno,
libri fatti per leggere con piacere.
Quale libraio può superarci?

Il Parnaso ambulante di Mifflin

sabato 2 aprile 2011

Kennst du das Land wo die Zitronen blühen….


Kennst du das Land wo die Zitronen blühen….

Vedi amico caro, questo è il paese gentile dove fioriscono i limoni, dove il premier ti promette accoglienza degna e, mentre si compra una villa dove tu fortunosamente approdi, ti lascia a dormire sotto le stelle.

Quale incanto il mare blu ed il cielo stellato sopra di te, peccato il vento, la mancanza di cibo, acqua, toilette.

Però il Governo illuminato pensa a te: ti deporta, su pullman e navi in centri lontani da ogni possibilità di inserimento, dove non troverai lavoro, ma la complice pietà di qualcuno che si girerà da un’altra parte mentre tu scappi.

Ti schederanno, vaglieranno le tue ragioni e dovranno essere valide al contrario di ogni normale logica.

Se non rischi di essere ucciso al tuo Paese, ti rimpatrieranno, perché loro hanno deciso che è un delitto da parte tua cercare di migliorare la vita tua e dei tuoi cari, offrire i tuoi studi, le tue braccia.


Vedi, la nostra è una società strutturata in modo che pochi possano avere il tanto che i più non hanno.

Non è sostanzialmente diversa da quella che ti sei lasciato alle spalle con una rivoluzione.

Qui, quei pochi fomentano le paure di chi poco ha, gli fanno credere che tu finirai per sottrargli anche quel poco che gli è rimasto, lasciano soli coloro che vi hanno accolto per anni dividendo con voi tutto ciò che avevano.


Per te forse è veramente meglio stare o tornare nel tuo Paese che ha riscoperto la dignità, che qui s’è persa nelle stanze del potere.

È molto probabile che tu abbia un futuro migliore nel tuo rinato Paese, piuttosto che in questo di persone rassegnate alle peggiori manifestazioni della sua classe dirigente.


Forse dovremmo venire noi nel tuo Paese per imparare come si fa a far cadere un dittatore ed il suo entourage.

Ma ho la sensazione che il nano bugiardo sia molto simile al suo caro amico libico… non mollerà la presa fino al tanto invocato giudizio super partes.

Allora io continuo a sperare in un grandioso: zooot!

Che incenerisca lui e faccia sciogliere i suoi prezzolati come neve al sole.

martedì 27 luglio 2010

Un regalo



Sono contadini slavi che falciano nella pianura russa.

Espressione seria e raccolta, tipica della rappresentazione mediovale, ma che taglia fuori quel quid che c’è in ogni lavoro, in ogni incontro che non sia vacuo: la trasmissione del “sapere”.

La trasmissione di infiniti valori, saperi, filtrati dalle vite di tante “persone”.
Un valore inestimabile.

Anche se uso i cosiddetti mass media, nell’anno 2010, debbo ancora molto a questo retaggio comunicativo e
ne sono infinitamente felice.

giovedì 13 agosto 2009

la notte di San Lorenzo



La notte di San Lorenzo cade il 10 di agosto
come tutti gli scolari di una volta ben sanno
(chissà se a scuola si usa ancora imparare le poesie a memoria?)

Comunque, quest’anno la caduta massima di stelle visibili era il 12.

Come tutti gli anni sono rimasta a naso in su per tre sere e, come tutti i bastian cûntrari,
l’unica stella cadente l’ho potuta vedere l’11.

Certo che è sempre un’emozione scrutare il cielo!

Qui a Col d’Antico è particolare,
non solo perché quando cala il sole hai solo la luna e le stelle come luci nel panorama,
ma anche per altre ragioni che io non conosco.

Già prima,
di diventare punto di sosta sul cammino dei Templari verso Federico e la Terra Santa,
era un punto di osservazione del cielo per gli arabi.
Mi sono sempre domandata secondo quali calcoli abbiano scovato questo punto nel cuore di un Umbria così lontana dalla loro terra.
Comunque, poco distante, c’è ancora un Osservatorio operante.

Anni fa, con figli ed amici, ci sdraiavamo sul prato e passavamo la notte a scrutare il cielo insieme, a contare le stelle cadenti,
ridevamo quando qualche bimbo cedeva alla tentazione di barare,
cantavamo alle stelle,
qualcuno raccontava le leggende che conosceva sulle varie costellazioni (anche se poi non le sapeva distinguere!).

Erano notti che finivamo tutti intirizziti ed esausti, ma felici
perché ci eravamo sentiti nient’affatto dissimili dai nostri progenitori,
anche noi stupefatti di fronte al cielo ed in contatto con l’Universo,
anche noi a porci mille domande e
sentirci picciol-cosa parte di tanta meraviglia!

lunedì 12 gennaio 2009

Serata magica


Serata dedicata ad un grande, tante canzoni, una per tutte: creuza de ma.
rivedere vecchi amici, cresciuti ma non invecchiati, risentire il sapore della lotta per le cose che valgono, trovare che quando qualcuno è bello dentro, dentro il cuore, dentro la testa, il corpo può cedere, ma lui rimarrà sempre splendido.
questa sera sono anche tornata a due dei libri che mi sono piaciuti di più, a due dei libri che più mi hanno fatto pensare e colpito nelle viscere:
il coraggio del pettirosso e la regina disadorna
di Maurizio Maggiani
la forza della storia ed il sogno
e
mi sono risentita nell'acqua salata a guardare, dietro la spiaggia, le Apuane col loro inganno di neve, la loro forza, la loro anarchia

martedì 11 novembre 2008

bum: scrivere, baciare, lettera o .....

I contatti è sempre questione di volerli.
Tutti hanno una vita piena di cose che vorrebbero fare,
tutti, a fine giornata, si accorgono di non averne fatta qualcuna,
il senso di disagio che nasce da questa incompiutezza della giornata, può essere mitigato dal valore delle cose che si sono fatte e di quelle che si sono rimandate,
si tratta di dare alle cose il loro giusto valore.
Che valore hanno i rapporti con le persone care?
Non basta pensare: "ti voglio bene", bisogna trovare il tempo per dirlo o scriverlo. Non basta pensare:"siamo amici", bisogna trovare il tempo per svilupparla l'amicizia.
Quando si è lontani, mancano tutti quei momenti di comunicazione non verbale come gli sguardi, gli ammiccamenti, i sorrisi, le mani tese, gli abbracci, i sospiri, le parole...
Per cui lo scrivere o il trovarsi diventa importante.
Certo, è più faticoso: bisogna trovare del tempo, e sembra di non averne mai per una cosa che può aspettare il giorno dopo; poi bisogna mettere in ordine le idee o il tempo, così a freddo è difficile, nessuna parola o azione sembra contare abbastanza; e poi, e poi ...è più facile telefonare!
Si può anche fare, ma il calore delle parole scritte, che non sono sfuggite, che possono essere rilette, meditate, interpretate nelle loro mille sfaccettature, il calore di un sorriso, di una confidenza, è diverso, è di gran lunga migliore come qualità.
E' come il fuoco nel camino, dipende dalla legna, può fare luce o scaldare.
Se le persone scrivono è perchè cercano un contatto più profondo con il destinatario. Volendo mantenere dei rapporti affettuosi e costruttivi, bisognerebbe ogni tanto rispondere.
Non che sia un dovere rispondere a chiunque scriva, ma certo è che bisognerebbe dare ad ognuno una considerazione il più possibile vicina alle proprie dichiarazioni d'intenti.
Che senso ha la dichiarazione di affetto di una persona che non risponde mai alle lettere dicendo che non ha trovato il tempo, se durante la sua giornata ci sono stati momenti di noia, di tv ebete, di play station, di struscio, di pettegolezzo, di abbuffate compulsive. Che senso ha trincerarsi dietro allo studio, al lavoro, allo sport per la salute, se c'è anche tutto quanto sopra?
Chi non ottiene mai una risposta scritta, frutto di una scelta, finisce per non scrivere più, perchè capisce di non contare per l'altro.
Idem dicasi per chi continua a dire: "vediamoci" o "ho voglia di stare con te" e poi non trova mai l'ardire di andare a trovare o di invitare una persona. Di questi tempi è abbastanza facile se non si sta agli antipodi!
Gioventù o impegno non sono in antitesi coi rapporti umani, sempre che si voglia dare a questi un valore, ed è bene imparare a farlo, anche pagando con un po' di impegno, perchè siamo animali sociali, viviamo di amore, affetti, attenzioni, considerazione
che va e .... che viene!