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mercoledì 10 dicembre 2014

Non sono clandestina , non sono straniera comunque la mia famiglia viene da lontano nel mondo.




Parte della mia famiglia è partita da un lontano paese della Scozia.
  
Come mercanti avevano la curiosità di provare i mercati nel Nuovo Mondo, allora appena scoperto. Hanno assistito alla creazione di un Impero, ne hanno fatto parte e come suoi rappresentanti sono tornati nella vecchia Europa, in Africa ed in Asia.

Ora i loro discendenti, sono presenti nelle due Americhe, in Europa, in Asia.

Molti di noi si conoscono, si amano, pur essendo tutti profondamente differenti, 
improntati dalla cultura e dall’educazione del Paese nel quale sono cresciuti.


Mi riesce molto difficile capire confini, barriere, distinguo come “noi” e “loro”. 
Sono cresciuta in una società che aveva appena abbandonato il “Voi” come forma di rispetto, per cui alle persone più anziane di me do ancora del “Lei”, ma a tutti gli altri do del “tu” e 
a qualunque persona io incontri 
sull’ascensore condominiale, per strada o su un sentiero di montagna 
sorrido, do la mano o un abbraccio e anche se,
 razionalmente non credo più in un Dio definito, dentro di me sgorga silente un

 “Dio ti benedica!” 


Nella giornata commemorativa dell'istituzione della prima Carta dei Diritti dell'Uomo

martedì 4 marzo 2014

Kakaja Ukraina?


Kiev, 1995

4 marzo 2014 
Quando avevo diciotto anni leggevo  Evtušenko ed ascoltavo dal vivo Voznesenskij. La lingua russa mi piaceva, mi piaceva la sua forza. Mi piacevano i suoi grandi scrittori, i vecchi ed i nuovi poeti con le voci che sapevano di rinnovamento.

Cresciuta in una famiglia conservatrice conoscevo solo i luoghi comuni insinuati dalla propaganda catto-fascista e l’orrore della dittatura sovietica. 

In quegli anni ’60 iniziava il cosiddetto “disgelo” ed io speravo che fosse l’inizio di un cammino che avrebbe portato ad incontrarci. 

Non sapevo che non sarebbe durato e, soprattutto, non potevo prevedere tutta la meraviglia, lo stupore, l’amore che avrei portato negli anni seguenti per l’ideale, prima comunista e poi anarchico.

Poi ho constatato che è stato un fuoco di paglia, che l’anima russa così forte e fiera è condannata a votarsi alla subalternità di un tiranno, piuttosto che di una oligarchia e la sua crescente richiesta di democrazia non è che una tendenza a sottostare ad una plutocrazia.

In queste ore di veglia per lo scadere dell’ultimatum di oggi alle 5, mi sono tornati in mente due poeti degli anni del disgelo, i poety-pesenniki,  gli chansonniers dei  samizdat: Okudžava  e Ginzburg, meglio noto come Galič.
 
Il primo cantava:
                                non credere alla guerra, ragazzo,
                                non crederci, la guerra è triste,
                                è molto triste, ragazzo,
                                la guerra è stretta come le scarpe.

Ed il secondo, riferendosi a un film di quegli anni “Cieli puliti”, considerato il manifesto del socialismo dal volto umano,:
                               ….       non dividere il pane coi farabutti,
                               non cadere bocconi di fronte alla lusinga,
                               e non credere in nessun cielo pulito     ….

E ancor meglio lanciava l’amaro, sarcastico, spietato refrain:

                                                        ... ogni conversione a destra comincia dal piede sinistro.

Amico mio ruteno, che stai in America col corpo e a piazza Maidan col cuore, ricordati della canzone “il treno” 
... in odio al secolo veloce, sonnolenti
viviamo disertando i vivi:
non resistenza della coscienza –
la più comoda delle mattane!
E solo qualche volta sotto il cuore
Una fitta dolorosa e furente:
parte il nostro treno per  Oswięcim!
Il nostro treno parte per Oswięcim!
Oggi e tutti i giorni …


Notte di considerazioni amare, non solo per i russi e gli ucraini, ma anche per noi

  ... ogni conversione a destra comincia dal piede sinistro.

domenica 1 dicembre 2013

con todo my amor para no olvidar



Per non dimenticare

Lui camminava davanti.
Lei non avrebbe voluto guardarlo così fisso, ma era un po’ che lui aveva cominciato a camminare più svelto, come se stesse seguendo dei pensieri che lo portavano lontano;  lei lo seguiva con passo più lento, sperando di conciliare il sonno del bambino, e lo guardava.
Guardava il suo corpo che si muoveva sciolto. Non aveva un oncia di grasso in più, le sue natiche erano alte, piccole e rotonde; la pelle aveva un’abbronzatura calda, i riflessi della peluria bionda, che lo ricopriva tutto, la rendevano dorata. Era una persona sana, elastica, splendente…
Si doveva essere accorto che l’aveva distanziata, così si fermò, i piedi bagnati dalla risacca, e, girandosi, le sorrise.
Il mare era azzurro e l’aria tersa da mozzare il fiato. Non c’era nessuno sulla spiaggia.

Quando erano scesi, tra le dune, lui aveva guardato il mare spalancando le braccia, poi, rapidamente, si era sfilato i jeans ed il maglione e di corsa si era tuffato.
Lei l’aveva guardato meravigliata: indossava solo i mocassini, un paio di jeans,  un maglione ed era febbraio.
Poi aveva notato il suo corpo. Quel corpo tanto amato.
Quando era uscito dall’acqua aveva corso lungo la battigia fino a che era diventato un punto piccolino e lei si era accoccolata sulla sabbia, aveva deposto il bimbo addormentato nell’incavo delle ginocchia e, col volto verso il sole, aveva chiuso gli occhi, sperando di dimenticare.
L’aveva ripescata dal dolore la sua voce, di fianco: e aveva riso tirandola sù.
Si erano incamminati e dopo un po’ lui l’aveva nuovamente distanziata.

La sera prima  era girata la voce che sarebbe arrivato, allora tutti si erano dati da fare per organizzare un asado nella casa sul mare.
La mattina, quando aveva raggiunto il gruppo, c’era già parecchia gente. Lo spirito  era tra la festa paesana e quella carbonara. Tutti avevano preparato qualcosa. Lei aveva preparato torte di verdura. Aveva messo le sue torte sul tavolone della cucina, insieme a frittate e pezzi di formaggio. Gli uomini erano fuori,  cuocevano la carne all’aperto sotto i pini, bevendo vino rosso. Nonostante fosse una festa, la gente si scambiava frasi brevi, sottovoce. L’istinto faceva dire solo lo stretto indispensabile e solo a chi ti era vicino.
C’erano un mare, una penisola ed un oceano tra loro, eppure continuavano a parlare sottovoce. Il terrore rimaneva.
Lui era rientrato dal parco. Navigava tra saluti ed abbracci.
Dopo essersi scambiati i primi saluti quasi euforici, gli sguardi faticavano a fermarsi in quelli degli altri. Poche parole, tanti sorrisi imbarazzati: c’era ritegno nel dire agli altri, paura di sapere, uno sguardo poteva rompere gli argini.
Così tutti erano stati contenti di entrare a mangiare. La cucina era buia, il tavolo era grande, si erano seduti tutti intorno.
Lei aveva sempre il bambino in braccio, così si era seduta in un angolo, il piatto sul bordo del tavolo, staccava piccoli pezzi di torta e li metteva in bocca al bimbo che, tra le sue braccia, giocava con le collane.

Ad un tratto lui le si sedette vicino e disse " dammelo così mangi anche tu ". Non glielo diede, ma si alzò ed uscì, salì le scale ed entrò nel salone. Anche lì le persiane delle portefinestre erano accostate, i mobili si indovinavano appena, ma tanto, sia lei che lui, che l’aveva seguita, li conoscevano a memoria. 
Incominciarono a camminare avanti ed indietro, fianco a fianco, in silenzio.
Il bimbo ronronava mentre si addormentava e tra loro c’era sospeso un silenzio, un arco di silenzio, che era durato anni, ma che non aveva mai spento il loro muto cercarsi.
Camminavano nell’ombra e si sentivano, come se si accarezzassero. C’era languore  nelle membra, nello stomaco; c’era un’infinita tenerezza.
Dopo un po’ la voce di lui disse, come se non avesse mai interrotto il discorso "mi vergogno, ma son dovuto tornare in Italia, debbo riposare un po’.  Speravo di mimetizzarmi e di poter riprendere fiato, invece è stato peggio che essere in vetrina, mi basta  una semplice occhiata per farmi star male. Non ti dico il clima in facoltà. Sono andato a parlare con una mia ex-compagna di corso, lei ha il padre ingegnere, colonnello nel Genio, speravo mi desse una dritta per riuscire a lavorare in pace. Invece mi ha detto che anche i suoi fratelli hanno dovuto andarsene, uno è a Copenhagen e l’altro non ricordo dove in Messico. Quando ho chiesto che ne pensavano lei e l’augusto genitore, di questa caccia alle streghe, lei mi ha risposto : ”papà dice che por algo serà”, e poi ha cambiato argomento ".
"tu come stai ora?" l’interruppe lei mettendogli una mano sul braccio e fu come se partisse un grande abbraccio.
Non smisero di camminare, lei rimise subito la mano sotto il sederino del bimbo, ma furono come racchiusi in un bozzolo pieno di carezze, di baci. C’era un calore che correva nelle viscere e sulla pelle, così forte che fu quasi insopportabile, lui si avvicinò ad una portafinestra, la aprì, aprì le persiane e fatto un passo sul terrazzo si voltò e disse "sembra bello, andiamo sulla spiaggia" .
Si zittirono guardando il pavimento, udivano le voci degli altri nella cucina,
 " da soli" aggiunse lui.
Uscirono, attraversarono la costiera e s’inoltrarono tra le dune.

Ora lei lo guardava camminare davanti: era perfetto; non voleva saper cosa gli avevano fatto, non vedeva il suo ventre.
Era lì, era vivo.
Quando lui si fermò ad aspettarla, lei tenne gli occhi fissi sul suo volto. Aveva sempre avuto gli occhi azzurri, color dell’acquamarina. Si possono incupire gli occhi azzurri?

L’aveva appena raggiunto,avrebbe voluto baciarlo, ma una voce li richiamò dalle dune. Tornarono sui loro passi e, mentre lui si rinfilava i jeans, lei lo precedette ed arrampicandosi su di una duna, si trovò davanti dei piedi. Alzò gli occhi lentamente, per non perdere l’equilibrio, e scorse una mano tesa ad aiutarla. I suoi occhi continuarono a salire fino a che incontrarono quelli di Felipe.

E seppe che lui era perso. Erano gli occhi del basilisco.

Non l’ha più rivisto. La casa è stata venduta.

Sono passati trentanni e le madri locas di Plaza de Mayo, sono diventate las avuelas che duran a perseguir…..

Con todo my amor para no olvidarte.


giovedì 14 marzo 2013

Lettera aperta ai compagni catto-comunisti


Lettera aperta ai compagni catto-comunisti




Cari compagni,

ho letto ieri che siete molto contenti che questo nuovo Papa venga dalle Americhe e che abbia scelto un nome evocativo di una vita spesa al servizio dei poveri.

Primo, vorrei ricordarvi che politicamente un nome non corrisponde sempre alle promesse, per cui è presto per esultare.

Secondo, questo Papa viene dalle file dei Gesuiti, i Soldati di Dio, ai quali dobbiamo Inquisizione e Guerre di Conquista in nome di Dio. Non a caso non hanno ripudiato ufficialmente il recente “Gott mit uns”.

Ma queste sono cose abbastanza remote e allora torniamo ad un passato più recente:

Congresso di Medellin, 1968. La Chiesa sudamericana, tutta, discusse sulla necessità di adottare la Teoria da libertaçao. Vinse la componente legata ai poteri forti e non fu minimamente presa in considerazione.

Personalmente ho incontrato, all’Aeroporto di Fiumicino, uno dei partecipanti inviato a spiegare all’allora Papa cos’era questa Teoria e a chiederne l’ intervento. Se ne andava, dopo un fermo diniego, molto abbattuto e mi ha consegnato una copia che aveva portato in più a Roma da dare a chi avesse voluto perorare la causa della Chiesa dei poveri.

Ho ancora quella copia, che, coerentemente, è rilegata in cartoncino grigio, battuta a macchina. Per noi a Nuova Ostia, all’Acquedotto Felice e nelle altre Borgate romane dove eravamo impegnati con i preti operai, era già realtà.

Il sogno della Chiesa dei poveri è stato schiacciato e buttato via dal Potere della Chiesa dei ricchi.

Spero che questo nuovo Papa, essendo maturato, riveda la posizione tenuta dalla sua Chiesa a Medellin e ci stupisca , riprendendo in esame la Teoria da libertaçao, non sarebbe meno di quanto fece Woytila quando parteggiò apertamente per il Movimento Operaio Polacco.

Piccoli passi, che una Chiesa conservatrice, dovrebbe a chi crede in quanto insegnato e messo in pratica da Cristo e dal suo seguace Francesco.



domenica 30 dicembre 2012



Per chi trova che sia troppo marxista dire che

“ la rivoluzione deve essere continua”

ecco una perla di Pirandello



. . Perchè una realtà non ci fu data e non c’è;
ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere;
e non sarà mai una per sempre,
ma di continuo e infinitamente mutabile. .


Guardo questo mare e penso ai prossimi mesi.....

venerdì 28 settembre 2012

Un po' di meritata voga



La notizia di per sé all’inizio non mi aveva colpito, che Sallusti fosse stato condannato a 14 mesi di galera mi sembrava un atto di giustizia tout court. Invece oggi mi ha veramente colpita la bagarre sollevata da tutti i giornalisti e parlamentari.

Escludendo da qualsiasi analisi di merito i politici, che ormai sono completamente declassati in qualsiasi scala dei valori, è tanto che penso che siano rimasti ben pochi giornalisti ed ancor meno giornali affidabili.

Da troppo tempo alcuni quotidiani pubblicano solo spazzatura, articoli con titoli ad effetto per deformare la percezione dei fatti. Usano il sistema dello scandalo, vero o presunto, non importa, tanto nella memoria collettiva rimane solo la loro accusa.

La sospensione di Feltri, sarebbe stata una vergogna per chiunque, non per lui. La sua certezza di essere la “mano longa” del padrone, lo ha fatto semplicemente cambiare di titolo all’interno della redazione del quotidiano e continuare con l’usuale tracotanza a darne il la. La radiazione di Farina, non gli ha impedito di continuare a scrivere ed essere pubblicato sotto pseudonimo dall’unico-ignaro Sallusti.

Dov’era il signor presidente dell’Ordine dei giornalisti, che stamane ricordava la loro punizione come esemplare e sufficiente a garantire la giustizia in nome della libertà di stampa?

L’impressione è che queste e tante altre persone, conoscendo gli italioti garantisti, abbiano continuato a fare come gli veniva richiesto dal “padrone” per i suoi fini, sicuri che, in caso di condanna, qualcuno gli avrebbe permesso di giocarsi la carta dei “duri e puri”.

Parole di Sallusti al TG ieri sera: “… per sfuggire alla galera, non chiederò l’affidamento ai servizi sociali, perché non sono da rieducare, né chiederò la grazia perché ho fatto il mio dovere …” (sic!) e oggi, guarda caso, il cosiddetto onorevole Farina, si è confessato autore dell’articolo per il quale è stato incriminato Sallusti e ha chiesto la grazia per il condannato.

Perché aiutare delle persone senza scrupoli a farla franca solo per eccesso di garantismo o di pavidità nei confronti di un ipotetico futuro di perseguitati in nome della verità?

Perché Sallusti, non dovrebbe pagare? Forse perché la macchina del fango sulla Magistratura non deve fermarsi?

Oggi ascoltavo alla radio la dichiarazione spudorata del Presidente dell’Ordine dei “giornalisti” e poi quella di Feltri, che combaciavano. A tutti e due il “padrone” ed il suo partito avevano promesso, fin dai primi del 2000, una rettifica della attuale Legge sulla stampa. Peccato che ci sia stato solo l’emendamento Cirielli, e la Legge, a loro dire “buona” si sia persa nei meandri di Montecitorio … L’Ordine ha avuto ben due lustri per farsi valere e farla valere con gli argomenti che ha sbandierato oggi come “libertari e democratici”!

Perché l’Ordine dei Giornalisti, con le sue condanne”esemplari” non è arrivato prima della Magistratura? Non dovrebbe garantire la veridicità delle notizie, l’obiettività nel commento delle stesse, il rispetto delle credenze politiche e di fede, la non offesa ed il non dileggio delle parti avverse?

È solo il mancato rispetto di questi ovvi comportamenti di base che ha portato alla condanna di Sallusti da parte della Magistratura.

È inutile che si offendano se uno li definisce una Casta, tanto lo sono; anche su Rai3, oggi, nessuno ha avuto il coraggio di rintuzzare un sedicente giornalista che insinuava che il Giudice avesse fatto ricorso solo per esosità.

Incomincia ad essere lunga la lista di quelli da cui Dio dovrebbe difenderci, se ora, ai delinquenti comuni e ai politici, si aggiungono anche i giornalisti ed i “cavalieri”!!!!

sabato 19 maggio 2012

Banda Bassotti




Questa piccola nota su cui meditare è per le mie figlie, che erano molto piccole, o per quegli amici giovani che non erano ancora nati, quando sono successe le cose su cui vorrei che meditassero per sapersi regolare.

Negli anni 1977/78 in Europa si tenevano le elezioni presidenziali nei  principali Paesi (Germania, Francia, Italia)

Alla prima tornata per le presidenziali francesi vinse la sinistra, la Germania la seguì a ruota; stavamo per votare anche in Italia e… nonostante un tenace lavoro preparatorio tenuto prima (a base di stragi), si aveva netta l’impressione che anche qui stesse per prevalere la sinistra (intendiamoci bene era già passata l’infatuazione maoista, la ribellione contro tutto ciò che era a stelle e strisce).

Gli italiani, nonostante fossero tirati da una parte e dall’altra a suon di gambizzazioni e stragi, stavano per decidere con la loro testa.

Ed ecco esplodere il caso Moro. (Moro, nonostante fosse della DC, era per un dialogo con la sinistra, non un’apertura, solo un dialogo tra una persona pulita che voleva capire e gli italiani che stavano al contradditorio).  Hanno rapito proprio lui e nessuno dei suoi si è mosso per aiutarlo.

Così la banda bassotti, indossata la maschera, ha avuto mano libera per ingabbiare e reprimere chiunque girasse la testa a sinistra. Colpo nello stomaco agli degli italiani o agli europei tout court. La seconda mandata in Francia registra un cambio di direzione, in Italia pure la gente abbassa la testa ed abbozza. Solo in Germania Wenders osa porre delle domande col suo "Deutschlander Herbst".

Gli anni ci hanno dimostrato che i servizi avrebbero potuto evitare stragi, gambizzazioni, uccisioni, il rapimento e l’esecuzione di Moro e anzi, a me è rimasto qualche dubbio pure su chi abbia agito veramente. Gli anni hanno anche dimostrato che mafia e potere politico sono sempre stati strettamente connessi.

Pensiamo a come stiamo adesso

  • Teniamo presente che la banda bassotti è sempre al potere, anche se con altri volti sotto le maschere (checché se ne dica, anche se da onorevoli sono passati a senatori, alla Camera almeno per loro c’è stato un ricambio generazionale!).
  • Pensiamo ai risultati dei processi per i fatti di Genova, di Piazza della Loggia,
  • pensiamo al recente ferimento di un Dirigente e alla pista anarchica subito evocata,
  • pensiamo all’attentato di stamane ….

Pensiamo al fatto che metà dei capi europei sta seduto sui carboni ardenti, in ostaggio ad un meeting americano. Non penso a Obama, penso alla banda bassotti internazionale.

Un pugno nello stomaco agli italiani e .. solo agli italiani?

Banche? Business? Banda bassotti, tout court?




mercoledì 16 novembre 2011

Con quell'aria da buon Uomo




please



senza se e senza ma,


subito




Tobin tax


patrimoniale


riforma della Legge elettorale


riforma delle camere:


fuori i pregiudicati, riduzione del numero degli “onorevoli”, adeguamento degli emolumenti ai livelli europei, abolizione dei vitalizi.



mercoledì 26 gennaio 2011

27 gennaio 2011




Mattina, freddo cane. Mi lavo rabbrividendo e mi vesto in tutta fretta. Giorgio accende la stufa. Mangiamo la nostra tazza di yogurt, un caffè. Neve, freddo. Si rimanda tutto a tempi migliori. Attesa, freddo.
Sera, freddo. Si cena presto: una zuppa calda. Ci si infila cappello, giacca e sciarpa e si va in biblioteca a vedere il telegiornale. Freddo.
Si va a letto, il bicchiere d’acqua sul comodino. Qualche volta ghiaccia e si rompe il bicchiere.
Siamo fortunati la nostra è una scelta, masochista in questo periodo dell’anno, ma una scelta.

Nei lager loro non sceglievano.

Questa notte,
memore delle fiabe nelle quali chi,
fuggendo l’orco,
si perde nel bosco
ma trova il coraggio di camminare nel buio guidato da un lumino lontano,
terrò acceso un cero alla finestra.
Terrò acceso il cero che non ho potuto accendere 66 anni fa.

Per non dimenticare,
per chiedere scusa,
per non ripetere,
perché come scrisse Shakespeare:

tutti possono dominare il dolore, tranne chi lo prova

venerdì 14 gennaio 2011

O me la dai o scendi!


Come è andata è andata, anzi visto come l’ha messa a ricatto Marchionne, spero che i lavoratori della FIAT di Torino abbiano votato il sì. Non che sia una garanzia per il futuro, ma almeno possono usare quel po’ di ossigeno che gli rimane per cercare di fargli il c. prima che lui finisca di farlo a loro.
In questo momento in Italia, loro, per quanto disagiati e ricattati, possono reputarsi fortunati di avere un lavoro. Ci sono tante, troppe persone che non l’hanno, l’hanno perso o non l’hanno mai trovato, ce l’hanno mal pagato e senza nessun diritto, precario, c’è chi è in cassa integrazione, chi non sa più se vivere o morire, insomma c’è gente che sta infinitamente più disperata di loro.

Quando, acquisite certe sicurezze, si è cercato di passare ad un discorso di dignità del lavoratore, di equità:
meno lavoro, lavoro per tutti,
la gran parte di quelli che si erano affrancati ha pensato solo a sé stessa. La chimera del sentirsi qualcuno, finalmente; il poter consumare liberamente senza accorgersi di diventare limoni da spremere.
La bulimia del consumo senza fine:
un televisore, due televisori, una casa, due case, una macchina, due macchine, un telefonino, due telefonini. Finita l’epoca “dell’uno addosso l’altro al fosso”, ci vuole l’armadio a 8 stagioni, la mega scarpiera, il frullino, il grattì, il mixer, la ginnastica per tonificare, sembrare giovani, essere o farsi la mignotta/o, la vacanza al mare d’estate, quella in montagna d’inverno, il Club Mediterranée, Sharm el Sheik, Cuba, e così via….. senza fine, sempre più consumatori di tutto,
sempre più lontani dalla soddisfazione e dall’equità!

Basta battersi per l’edilizia popolare, così il mercato degli affitti sale alle stelle e conviene fare un mutuo.
Basta battersi per i mezzi sociali, così tutti possiamo avere due o tre macchine in famiglia, ci possiamo svegliare quando ci pare, scaccolarci comodamente, fumare, andare a prendere i figli a scuola in macchina.
Peccato che poi dobbiamo alzarci prima perché le strade sono intasate, dobbiamo litigare per fermarci in terza fila in attesa dei figli.
Peccato che i figli si schiantino il sabato sera.
Le creature crescono auto-centrate , rimbalzate tra corsi di ogni tipo, debbono avere tutto ciò che è status symbol.
Son così devastati che si convincono veramente di essere solo se appaiono, se consumano.
Sono spesso disorientati, insicuri, incapaci di prestare attenzione a ciò che stanno facendo per più di cinque minuti .
Sono sociali solo quando giocano a calcetto, non si dividono più niente, non dico la merendina, ma nemmeno una canna, preferiscono calarsi qualche pasticca.
Peccato che siano soli.

Dopo le guerre la gente scioccata trova il coraggio di riprendersi, di reinventarsi una vita partendo dai bisogni primari, dai valori di base: condividendo, ricostituisce la società…

Il ricatto di Marchionne, dovrebbe farci l’effetto di una guerra e farci riconsiderare che
il futuro non è nella delocalizzazione vista semplicemente come sfruttamento di altri,
ma nella redistribuzione globale del lavoro.
Dovrebbe ricordarci l’importanza di stabilire nel proprio singolo animo quello che è
lo stato dei diritti e dei doveri di ogni essere umano sia esso lavoratore o datore di lavoro.

Dove erano i sindacalisti delle fabbriche quando in occasione di partite di calcio c’era un assenteismo del 70%?
Come hanno potuto accettare i lavoratori che i sindacalisti si spartissero le quote di assunzione nelle fabbriche?
Come hanno permesso i titolari delle piccole imprese artigiane a cui era rivolta la Legge Biagi, che questa venisse impugnata dai soliti furbetti e trasformata in una forma di sfruttamento e di ingiustizia sociale?
Come possono permettere i lavoratori a tempo indeterminato che loro compagni vengano fatti lavorare con contratti fasulli a tempo determinato?
Come si è permesso che una cronicità dello straordinario non fosse letta come esigenza di altri lavoratori?
Come ha potuto essere reintrodotto il caporalato sotto veste di agenzie di lavoro interinale?

Forse domani, che abbiano votato sì o no, alla FIAT, ci conviene, riconsiderare il nostro modo di vivere e recuperare la dignità come esseri umani, come lavoratori o datori di lavoro.

Perché questi sono i guai che prima o poi capitano quando, per pigrizia o per non apparire dei proletari, si accetta un passaggio in canna, senza verificare se la bicicletta è da uomo o da donna.


sabato 27 novembre 2010

Adolescenti disorientati ed abbattuti ?!?





Questa mattina ascoltavo una giovane madre preoccupata per sua figlia, studentessa liceale, lavoratrice, intelligente, apparentemente senza problemi, ma perennemente “abbattuta”. Ci si domandava come mai, poi, proprio riflettendo sull’intelligenza del soggetto, mi è venuto in mente che se sono tempi difficili per tanti adulti, ancor più debbono esserlo per tanti adolescenti che non trovano riscontro nei cosiddetti fatti-maestri di vita.
I fatti sociali che dovrebbero portare all’osservazione, alla meditazione e di conseguenza a scelte di crescita, vengono strumentalizzati, usati e gettati senza il più piccolo commento sulla loro conclusione aberrante, sul comportamento aberrante delle persone a cui è demandata la soluzione. Come se, gli attori e anche chi ne è messo a parte non contasse assolutamente niente, come se tutti fossero solo astrazioni di fronte all’importanza dell’audience.




Per esempio, uno dei fatti più ponderosi, successi ultimamente e seguiti con clamore dai media:




l’occupazione della gru a Brescia.



Questo fatto aveva puntato il dito su:



- la disfunzione e la totale illogicità, nonché mancanza di umanità
della Legge sugli immigrati-lavoratori:
- la confusione dei significati immigrato, rifugiato politico, clandestino
usati tutti come sinonimi.
- Il lavoro nero.
- La distinzione dei lavori riconosciuti solo in base ad una funzionalità di comodo nostro.
- Lo sciacallaggio perpetrato dai soliti trafficanti ed imbroglioni.
- Il non controllo degli stessi da parte delle autorità preposte.
- L’assurdità ed ambiguità di certe legiferazioni.
- La loro incoerente applicabilità.
- La farraginosità ed inaffidabilità del sistema burocratico italiano.
- La mancanza di coraggio, coerenza e di affidabilità delle autorità e rappresentanze civili
e sindacali, in prima battuta e il non intervento sanatorio delle autorità che,
in seconda battuta, dovrebbero contemplare la revisione di una Legge tanto iniqua.



Dopo aver tanto parlato e mostrato le immagini degli occupanti,


quanti telegiornali hanno divulgato la notizia che due di loro sono stati arrestati?


E che tutti saranno espulsi?




Questo è parte del mondo degli adulti a cui guardano gli adolescenti.





Cercare di porre rimedio a tanto sfacelo può sembrare quasi utopico, e scoraggiare, ma potrebbe non essere impossibile, secondo me le vie percorribili sono tante, per esempio, partire da due concetti base:



1° ogni uomo è responsabile dei propri atti in prima persona. E questa responsabilità deve essere spontaneamente perseguita, deve diventare un’abitudine come il respirare
2° si deve perseguire la costruzione di una coscienza etica. Ci si può arrivare in tanti modi, ognuno deve trovare quello che gli è più congeniale per cultura, vocazione, attitudine … ma sempre in osservanza del 1° punto.




Inutile, in questo momento parlare di atti politici, sarebbe estremamente imbarazzante, vista la situazione e gli attori sulla scena; parlare di atti di fede religiosa è relativo e fuorviante. Per cui mi stanno molto simpatici dei movimenti, a prima vista lontani e pragmatici, ma abbastanza adatti per instaurare un, momentaneamente accettabile, impegno di costruzione della propria coscienza e, di conseguenza, vita spicciola.



Ho trovato ottimi allo scopo alcuni brani tratti da un manuale di Permacoltura, cosa che tutti pensano legata solo all’agricoltura, ma che va ben oltre.




La permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali.
Allo stesso modo, la permacoltura, si può applicare a strategie economiche e strutture sociali.



Vale a dire:


- pensare, sentire, inventare, progettare il proprio essere integrati nel mondo.
- disegnare il proprio sistema di vita, la propria casa, il territorio che la circonda,
in modo armonico, in modo consapevole.
- Consentire al proprio essere nella vita di pensarsi da sé, non di essere pensato da altri:
sostituendo l'ascolto al dominio, la curiosità alla violenza,
la speranza costruttiva alla fretta di ottenere tutto e subito.






Altri passaggi li ho trovati nel Manifesto del Voluntary semplicity movement





Curare le relazioni, a partire dai rapporti affettivi fondamentali, aprendosi però anche alla comunità ed ai cosiddetti “emarginati”.


Allontanare il calcolo economico e utilitaristico dalle relazioni affettive e dalle relazioni con gli altri, badando più al rapporto sereno e aperto che alle gelosie ed all’orgoglio.


Instaurare relazioni di collaborazione, di reciproco aiuto, di conoscenza e di dialogo in modo da disinnescare le eventuali tensioni e da garantirne la risoluzione nonviolenta.




Tutte queste relazioni, se vissute con calore, immediatezza, schiettezza, fiducia, coraggio, portano a forme costruttive sociali ed individuali che, seppur diverse ed in modo diverso, hanno un ritorno funzionale su entrambi i fronti: quello personale e quello sociale.





Tutelare il bene comune. Riscoprire la dimensione comunitaria e conviviale, creando ecosistemi armonici con chi ci sta vicino escludendo o limitando le relazioni economiche. Preservare quel poco veramente necessario alla vita serena di tutti.


Bandire le leggi dell’utile, dell’egoismo e del mercato, nella ferma convinzione che un ambiente composto da individui sereni ha conseguenze benefiche per tutti.


Ricercare la stima, la riconoscenza, il lustro, nelle interazioni reali con gli altri e non nel potere o nella disuguaglianza materiale.




lunedì 22 novembre 2010

filastrocche sgangherate

Si fanno emendamenti unici sui quali si chiede la fiducia cieca al “governo” ( il minuscolo è intenzionale).
Ogni parlamentare cerca di salvare ciò che ritiene più importante pro domo sua e infila proditoriamente leggi-porcata (sempre pro domo sua), tutto fiducioso nel baratto.

Tutti avversari di tutti, tutti per sé stessi,
vai con l’ammucchiata selvaggia delle leggi e leggine!

Così con un unico voto si trombano gli italiani!

Perché non mettere le leggi in fila,
come birilli,
e discuterle una alla volta,
votando uniti (anche trasversalmente) sullo specifico?

Se una legge è giusta, rimane giusta vista da destra, da sinistra, dal centro, no?

Si avrebbe il non discreto risultato di tenere gli “onorevoli” sullo scranno per cui hanno dato l’anima,
Potrebbero guadagnare almeno formalmente gli sproposititati emolumenti per i quali hanno tutti, concordemente legiferato l’aumento anche in tempo di crisi.

Si avrebbe finalmente l’indubbio palesamento del valore di entrambi: leggi e legiferanti,
con conseguente eliminazione delle leggi-porcata ed il reindirizzamento dei voti in sede elettorale.
Mica male, no?

In questi tempi di euforia parlamentare per il mercato interno alle Camere,
mi sento ritornata all’asilo Mariuccia,
e mi vengono disperati rigurgiti di filastrocche irriverenti:

An ghin go: 'sto Casini a chi lo do?

Poi,
e non è riferito solo al succitato,
ma a tutti quelli che stanno mercanteggiando e che,
guarda caso,
sono per la maggior parte uomini

Indovina indovinello quanto costa ‘sto pisello?


domenica 21 novembre 2010

nominations


Nel regno dei ciechi un orbo è re

Da qui, Tremonti potrebbe diventare il primo ministro d’Italia,
suvvia consoliamoci!

lunedì 15 novembre 2010

Rubini, oh Rubini!


L’altra sera ho visto, del tutto casualmente, su rete 4 (mediaset!) un film vecchio modo, come vorrei fossero tutti i film: con il lieto fine. Alcuni personaggi, volutamente caricati, ponevano l’accento su situazioni che ci toccano tutti, se non personalmente, molto da vicino. Vizi e virtù di questa società, dove i primi sembrano prevalere sulle seconde. Sembrano …

Grande Rubini!!!
E pensare che l’ha girato nel lontano 1994!!!!.
Certo è che il film è attualissimo e mi ha sorpreso che sia sfuggito alla censura del banana.

I personaggi, sono i degni prodotti di questi ultimi anni di imbarbarimento. Il ribaltamento dei ruoli, con le paradossali avances di una donna in carriera verso i sottoposti, rende accettabile e nuova la pièce, altrimenti scontata. La frenetica angoscia di Haber porta a galla quello che è un tormentone per i più in questi ultimi anni. Gente semplice disposta ad abdicare ai propri valori nel momento che si sente minacciata da tutti quelli che valori non ne hanno. Rubini, protagonista inarrivabile nella sua inscalfibile semplicità, scandaglia i risultati del potere abusato, del dio-soldo, della sopraffazione, dell’impudenza delle corti dei vari nani. Permette di riflettere su quanto costi resistere, con mezzi o senza, alle odierne sirene. Racconta quanta fatica si debba fare per non saltare il fosso della propria e sociale morale: quando morale è stima e rispetto degli altri come di sé stessi, empatia, solidarietà, aderenza ad una scala di valori degna di un Uomo.

Come già detto, il film mi è piaciuto perché, pur mettendo in luce l’aspetto gretto del banana-time, ha una fine che ricorda il vecchio impegno dei cineasti americani (purtroppo solo fino a qualche decennio fa) di non fare mai che un film possa suggerire che il crimine, i cattivi sentimenti, paghino.
E anche perché, dopo aver fatto riflettere sulle umane debolezze, spacciate per adeguamento ai costumi, suggerisce un paio degli infiniti modi per sottrarsi al pressing del malcostume: paradossale ed esilarante quello del vecchio scrittore!

Ho dormito felice: ho sognato che, per festeggiare i centocinquanta dell’unità d’Italia, il duemiladieci si chiudeva all’altezza dei vecchi codici hollywoodiani !

domenica 17 ottobre 2010

Boom, bomba, boom!


Art. 11
Della
Costituzione Italiana

“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Alla ricerca di una logica

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
Gettare bombe non è offesa, è difesa!


consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni

l’ordinamento che assicura pace e giustizia al quale siamo legati e per il quale dobbiamo limitare la nostra sovranità è la NATO.
La Nato (North Atlantic Treaty Organization, che significa Organizzazione del Trattato Nord Atlantico) e' un'organizzazione, creata nel 1949, che ha lo scopo di mantenere la sicurezza dell'area Nord Atlantica (Nord America ed Europa). L'accordo sottoscritto dalle Nazioni che fanno parte della Nato prevede che un attacco contro uno dei membri, deve essere considerato come un attacco nei confronti di tutti quanti gli altri membri, i quali devono immediatamente intervenire, anche militarmente, in difesa della Nazione attaccata.

...promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”


Ho cercato un elenco delle associazioni di pace italiane presenti in Afghanistan e non esiste. L’unica menzionata è l’ISAF (Forza Internazionale di Assistenza alla Sicurezza). Mi sono chiesta: la sicurezza di chi? visto che è sparita in occasione della mistificazione su Emergency.
Già, dimenticavo l’ovvio, dei soldati di pace che aiutano la popolazione!
E allora armiamo il nostro Esercito di pace con bombe intelligenti,
colpiranno solo gli attentatori dei nostri convogli di pace.
Bohh!?

domenica 29 agosto 2010

Aina tanti



In ter coffi su per le scale…

Vecchia filastrocca facente parte del mio lessico familiare. Sembra senza senso, ma insieme a frasi tipo: “torniamo alla bacinella”, ha sempre avuto grandi e differenti significati nella nostra famiglia. Significati che erano subito compresi, nella giusta accezione, sia dagli adulti che dai bambini. Frasi che servivano a dare un input: calmare gli animi, far tornare la serenità, ritrovare coesione e lucidità.

Una volta, finita la guerra, c’era un linguaggio schietto, diretto che arrivava a tutte le menti e a tutti i cuori, quello usato dai due principali partiti popolari. Poi è subentrato il linguaggio politico, bizantineggiante dei temporeggiatori, degli alchimisti degli equilibri. Un linguaggio riservato ai frequentatori di confessionali e per contro uno libertario, da intellighenzia, riservato ai salotti ed ai partiti che si sono estinti.

Ora l’unico linguaggio diretto è quello scurrile del celodurismo, gli altri hanno perso il senso.

Che lingua parlano questi politici di centro e di sinistra?
Cambiano nome ai partiti, alle correnti, come se il solo fatto di cambiare nome possa riempire i vuoti lasciati dai contenuti che hanno perso per strada.

Quanto fair play in questi attempati surfisti di mari inquinati! Sono bravissimi a giocare con parole prive di contenuti e di significati e noi … la famiglia, non capiamo più di che parlano, che vogliono in nostro nome.

Sì, in nostro nome.
Non dovrebbero stare lì a rappresentarci?
a rappresentare bisogni e volontà dell’elettorato?
com’è che danno l’idea di rappresentare solo sé stessi?

Quando si è scoperto che una certa base più semplice è migrata nel celodurismo e quella meschina nel partito dell’opportunismo, hanno fatto i superiori invece di preoccuparsi e correre ai ripari. Hanno danzato la quadriglia da vecchi gigioni, lasciando il compito di fare le battaglie di principio ai più semplici tra loro, tanto se sbagliavano si poteva sempre fare finta che erano gli ultimi sempliciotti arrivati, loro gli “eletti” trattavano a livelli più alti.

Ha ragione il Sindaco di Firenze:
tutti a casa cortesi blagueurs!

Non vi capiamo più, vi siete avvitati su voi stessi, fate perdere tempo a tutti, mentre vi impomatate e fate lampade al posto di andare alle scuole di partito, qui sono arrivati venditori di fumo, urlatori da fiera di paese, frequentatori di postriboli, nani che comprano e si vendono tutto.

Chi ha tre legislature, se ne vada a casa:
ha esaurito le idee, le forze e, soprattutto, si è corrotto … sotto troppi punti di vista.

Non è vero che è sbagliato mandare a casa chi ha finalmente acquisito esperienza. L’esperienza che ha acquisito è quella malata dell’avvitamento al cadreghino. Se non ce l’ha fatta in tre legislature a concludere qualcosa, non è la persona giusta o ha è esaurito le idee per cui è stato votato.

Via, via …

mercoledì 14 luglio 2010

Censura!



Il Re è nudo! Una volta i Capi diventavano capi in quanto simboli di saggezza, di qualità positive, perché la gente amava identificare in loro le migliori aspirazioni, amava rispecchiarvisi. La gente ha sempre amato avere (qui c'era un immagine che mi è valsa la sanzione )dei Capi. La gente comune non ama il rischio, la lotta, l'assunzione di responsabilità pesanti, cose che peraltro è costretta a fare tutti i giorni, ma che pensa siano picciol cosa per il solo fatto che sono alla portata di persone comuni, come loro appunto. Invece le cose importanti, quelle relative alla Nazione, quelle hanno un immenso valore, vanno gestite dai Grandi!Allora la gente, in tempi di Democrazia, si guarda intorno e dice:"chi è il più bravo tra noi, chi ci rappresenta?"e poi:"chi è il più bravo tra i bravi, chi ci rappresenta?" Gli italiani studiano poco la Storia e le storie in generale, è un dato accertato.Ma non fosse anche accertato, i fatti dimostrano che è così: confondono ancora Storia e storie. Il signore qui a fianco è stato scelto da una larga parte degli italiani per rappresentarli. La nudità non è un peccato, per cui non è per quello che ho cercato e messo a confronto queste due foto, ma è per dimostrare una volta di più che le bugie hanno le "gambe" corte.Il signore è ripreso in condizioni di normale relax nella prima, e mentre si appresta a discutere di politica nella seconda.(qui c'era la seconda ) Sì, perché lui sostiene che in quelle occasioni intratteneva ospiti politici coi quali doveva parlare di cose importanti, affari internazionali, candidature o semplici affari di Casa Nostra e si vedeva costretto dai suoi doveri di anfitrione ad offrire, beninteso di tasca sua, qualche "svago": danzatrici, musici, ecc.Infatti questo personale da "ricreazione" viaggiava sul suo elicottero personale, o no? La seconda foto documenta che il signore, che è un tipico "uccello da spiaggia", si arrazza parlando di politica, come si può ben vedere. Tragico è che il signore, una volta che ha finito di parlare di politica in privato, ha la tendenza a trasformarsi in "uccello padulo" per tutti gli altri. meditate, gente, meditate,voi che l'avete votato,le bugie hanno le gambe cortee il reprima o poi è nudo!
Etichette: babau, coglioni, coscienza, costume, Fotografie, Genius loci, giugno, giustizia, impegno, incontri, media, medio rosso, politica, relazioni, società, stampa, summertime, vivere
1 commento
23/06/09

venerdì 2 luglio 2010

branca branca branca ...


ci mancava tanto un ministro così
evviva la Repubblica del Banana!

venerdì 4 giugno 2010

grazie Pertini!



per l'anniversario della Repubblica Italiana, voglio ricordarti come colui che ha avuto il coraggio di eliminare (anche se poi reintrodotta da qualche codino) quell'enorme sfoggio di cultura machista ed aggressiva che è una parata militare.

Una parata con la quale si toglie alla gente tutto l'orgoglio e la gioia di vivere in una Repubblica Democratica.

Una parata con la quale, articoli fondamentali di una esemplare Carta Costitutiva vengono vanificati dall'ostentazione dell'ego smisurato di tronfi galletti che amano mostrare, quasi fossero loro, tutti i soldatini del gioco più crudele.

(la foto scelta, non è certo tra le migliori e più eleganti, ma è quella che più si adatta ai tempi. Un grazie di cuore a chi ha ideato il manifesto!)

mercoledì 3 febbraio 2010

referendum? dum dum

Referendum
Ovvero
“Consultazione diretta del popolo che viene chiamato a pronunciarsi direttamente in ordine di approvazione o rigetto di una legge”.

Sto assistendo stupita al silenzio col quale viene accolto dai media un certo agire di questo Governo.

La memoria può incominciare a farmi cilecca, vista la non tenera età, ma mi sembra di ricordare chiaramente che ci furono due referendum posti al popolo italiano e dallo stesso votati nel secolo scorso. (Diamo una connotazione di vetustà ai fatti, anche se non sono più di 4-6 lustri che sono avvenuti, giusto per non fare sentire troppo in colpa i vari giornalisti, opinionisti, fancazzisti … che popolano di bla bla gli spazi mediatici).
Mi ricordo che,
in un referendum sull’uso del nucleare in Italia,
la maggioranza del popolo italiano si è detta contraria.

Mi ricordo che,
in un referendum sull’uso degli ogm in Italia,
la maggioranza del popolo italiano si è detta contraria.

Mi sembra che i risultati dei referendum diventino Leggi e per cui vadano rispettate da tutti (la metto giù semplice, perché son ignorante).

Ma che, son tutti morti quelli che han votato per il no?

Qui mi par di capire che si riprendano a costruire centrali nucleari e a coltivare mais ogm e nessuno fiata.

Le Leggi, c’insegna il nano, si possono modificare (lui e soci cercano anche di interpretarle a proprio uso e consumo), ma fino a che ciò non viene fatto, restano valide.
Quando è passata la modifica o abrogazione delle summenzionate Leggi, popolarmente votate?

O forse non è ancora passata ed è un colpo di mano che s’apprestano a fare, mettendo le modifiche in mezzo ad un centinaio di altre leggine con le quali creano una cortina fumogena?

Ma i media dove stanno?
Alla causa di divorzio del nano? Allo stadio? Al grande fratello?

Mi rivolgo ai media, perché non oso neanche più invocare il contradditorio camerale.
El gh’è no!

Forse le conoscenze tecniche si evolvono e le scelte fatte allora erano frutto dell’ignoranza popolare. D'accordo, spiegatemi chiaramente e convincetemi sul perché ciò, che sembrava sbagliato allora, ora è giusto.
Se me lo spiegate per bene, ci stò.
Diversamente no!