giovedì 31 luglio 2008

Stato di massima allerta o di massimo degrado?




Tremate, tremate è arrivato il babau!

Leggi farraginose che negano tutto, di fatto permettendo tutto
La certezza dell’impunità data dal tempo, quando non dai soldi.
La connivenza della gente che ha venduto l’anima al soldo, al potere o più semplicemente all’apparire.
La produzione di macchine adatte più a piste che a strade, di armi, di eserciti di pace, di droga, di connivenze.
Giornali che campano sulla dolce vita senza misura di decerebrati coi soldi facili, trasmissioni che osannano delinquenti comuni che frodano, grassano e si propongono come leader.
La mancanza di controllo sull’origine di grossi capitali, speculazioni. Banche corsare, che sanno e tacciono.

Mandiamo l’esercito in piazza!


no!
Basterebbero poche leggi chiare ed applicate. La certezza della pena. La pubblica condanna morale del reo.
La rivalutazione della coscienza individuale e sociale.
La coerenza nel non produrre armi di qualsiasi tipo: rombanti, deflagranti, istupidenti, corrompenti.

Altro che esercito, una rivoluzione,
ma allora non potremmo gridare: al babau!

domenica 27 luglio 2008

Sotto il cielo di Col d'Antico


Una notte una donna salì lungo il filo d’argento della sua anima nel cielo stellato e lì perdutamente s’innamorò di Oreion.
Desiderò ardentemente vivere con lui fra le stelle, le sue, le più belle.
Venne l’alba e lei tornò sulla terra, dove, al risveglio, trovò su di una collina un uomo che, con sua grande sorpresa, scoprì essere un cacciatore, la versione solare di Oreion.
Tornò la donna allora alla notte stellata e cercò le timorose Pleiadi, che del desiderio e della crudeltà d’Orione erano morte.
Chiese a loro consiglio.
Le cantarono il rimpianto della paura che le sopraffece, del diniego che scatenò la crudeltà di Oreion.
La donna pianse commossa per la loro e la sua stessa sorte.
Ma ecco che un frullare d’ali la riscosse, le Pleiadi, quali dolci e timide colombe si posavano sulle sue mani dicendole “fa che l’uomo guidi Rigel a te, fa che ti doni Alnitak e Anilam e Mintaka e quando Betelgeuse e Bellatrix saranno sul tuo capo, noi tutte risplenderemo in te”
La donna con un unico abbraccio le raccolse nel suo cuore.
Tornò sulla terra e chiese al cacciatore di portarle Rigel in un mattino solare, ed in una notte buia Alnitak, Anilam e Mintaka.
E quando lui, spontaneamente e con serenità le pose Betelgeuse e Bellatrix sul capo, in cielo, finalmente all’unisono ed inseparabili, vibrarono Orione e le Pleiadi, ed una gran pace scese lungo la corda d’argento ad avvolgere l’uomo e la donna.
Che così vissero felici e contenti tanti e tanti anni ancora.

domenica 20 luglio 2008

farfalle estive

tagliare a cubetti una piccola melanzana, un pomodoro maturo.
tagliare a rondelle un cipollotto fresco, a fettine una gamba di sedano
mettere a bollire abbondante acqua salata
intanto riunire in una ciotola tutte le verdure, tranne i cubetti di melanzana che vanno infarinati.
quando l'acqua bolle calare 220 g di farfalle (per 2 pp)
mettere in un padella 8 cucchiai di olio e ,quando è ben caldo, friggervi i dadini di melanzana
scolare la pasta e rimetterla nella pentola, ed immediatamente scolarvi sopra l'olio delle melanzane e mescolare bene.
unire la pasta nella ciotola, unire anche i dadini di melanzana, salare e pepare abbondantemente, mescolare bene e servire con foglie di basilico pulite e spezzettate. Volendo aggiungere scagliette di provola o parmigiano.


Summer butterfly for 2 pp


Have 220 g of a type of pasta named "farfalle".
prepare a full cup of aubergine little cubes
chop into cubes also a red tomato
slice a little fresh onion and a celery cane
transfer all vegetables (except aubergine) in a bowl
put on fire plenty of salty water, when boiling, add the farfalle
in the meantime flour the aubergine and fry them in 8 tbls of olive oil.
when pasta is cooked, strain and put it again in the saucepan, immediately strain over the aubergine oil, too and mix well
add pasta in the bowl, add also aubergine, some salt, grind black pepper on, mix well
serve with basil leaves and, following the taste, add slivers of "provolone" or parmesan cheese.


Buon appetito!

sensazione sconcertante


Ho la netta impressione che qualcosa di molto importante mi stia sfuggendo.
Non so se ho un problema oggettivo o soggettivo.
Per cui non so se lasciare che le cose vadano da sole o se debbo agire per intervenire.
Il cuore e la mente irrazionale mi dicono di reagire, di provare, lottare se necessario. Il cosiddetto buon senso comune suggerisce di fare la cosa più facile.
Ma vale la pena di fare solo la cosa più facile?
Ho già passato ¾ della mia vita a fare le cose che il buon senso comune suggerivano e riservando al mio cuore ed alla mia “personale” mente spazi molto esigui.
Il risultato non mi piace affatto!
Non è che il bilancio sia tutto in negativo, ma certo è che non ho ottenuto né capra né cavoli. Né tanto meno questa arrendevolezza a favore del cosiddetto buon senso mi ha portato ad avere una sicurezza compensativa nel futuro. Anzi, ho la certezza di non avere nessuna sicurezza nel mio futuro! Ho una giovane amica che riunisce in un blog perle di saggezza sulle meravigliose possibilità di godere la vecchiaia (un mare di esempi edificanti), ho trovato molte tesi a sostegno di una mia decisione, peccato non poterle usare che a livello di parole: la vecchiaia si costruisce da giovani!
Io in questa mia vecchiaia mi sento come quando vado in albergo: la stanza può essere bella o confortevole, avere una bella vista ed un buon servizio in camera, ma non è la “mia” stanza e, come finisco i soldi, me ne devo andare. Una stanza in albergo può essere meravigliosa solo se è un momento di passaggio tra una casa ed un’altra, un’apertura sul mondo dell’inusuale!
C’è un valore nella coppia, che sta nell’unità creata dalla complementarietà degli individui, dal “sogno” comune, dalla capacità di “concedere” sé stessi e dalla possibilità di farlo in assoluta fiducia. Non sempre è realizzabile, ognuno di noi ha la tendenza a perpetuare schemi di sopravvivenza infantili, per cui se non c’è una sovrapponibilità degli schemi si verifica quello che gli inglesi definiscono, semplicemente ed onomatopeicamente, “a struggling on”.
Così io, dopo aver dato tanto valore all’essere nel cuore e nella mente, ora non sono più nessuno.
Certo non disconosco tutte le cose che ho fatto, ma sicuramente rimpiango di aver assecondato troppo le persone che ho amato. Questo non ha dato certezze né a loro, né tanto meno a me.
E così ora che, come direbbe la mia amica, sto nella meravigliosa età della piena coscienza, io una coscienza appagante ce l’ho solo in minima parte e non so proprio quanto sia meravigliosa!
A questa età si incomincia a sentirsi più vulnerabili, sai che le forze non ti assisteranno quanto le esigenze della vita, che avrai bisogno di essere tutelato oltre le tue capacità, sai anche che non sei riuscito a costruire una coppia o una società che lo faccia, così ti senti inquieto e non sai che fare degli ultimi barlumi di forza: resistere strenuamente o lasciarsi andare?
Ho un sogno che senz’altro serve al mio cuore ed è un’eredità che posso lasciare alle mie figlie, forse servirà anche alla sopravvivenza del domani.
Che faccio?
Lotto per tenerlo o faccio, per l’ennesima volta, quello che vogliono gli altri, sperando che mi garantisca un pochino oltre l’oggi?
È veramente difficile decidere.

giovedì 10 luglio 2008

Spazzatura viva!



Nella mia vita mi è capitato spesso di incontrare persone con le idee diverse dalle mie.

Ho sempre reputato l'evento una fortuna: un'apertura su altri che me, l'opportunità di una verifica dei punti deboli del mio pensare, l'opportunità di rivedere, correggere o perfezionare idee ed azioni (le mie!) oppure di cercare nuovi modi di comunicare con gli altri.

Oggi, mentre cercavo tra la spazzatura (come suggeritomi da sappiamo-chi) chi sono, scoprivo che proprio l'impossibilità di vederci come siamo ed una (colpevole) rigidità di vedute impedisce la continuità della vita e ci trasforma in "spazzatura". Basterebbe darsi da fare con fedeltà e coerenza ai propri ideali, ma anche con fantasia, agilità, attenzione.

Ho visto il corpo vitreo di una damigiana inserito in un muro di paglia, nel sottotetto buio di una casa nel bosco. L'avevano recuperato da una discarica, perchè erano stati capaci di pre-vedere, quella luce che ora conduce la magìa verde del bosco nel sottotetto della loro amata casa!

lunedì 7 luglio 2008

cammino lungo il torrente


oggi fa proprio caldo!
In genere lo sopporto bene perchè penso chè è proprio l'alternanza del caldo, del freddo, della pioggia, del sole che mi dà il senso del tempo.
Però oggi nella via stanno rappezzando con l'asfalto una lunga buca fatta i giorni scorsi per la manutenzione di non so quale tubo. Il caldo sale, sa di bruciato, i rumori sono dappertutto e non si sa dove stare.
Allora cerco riparo nei ricordi: immagino il balconcino della cucina in Liguria e, più tardi, chiusa nella panda (perchè oggi c'è sciopero generale dei mezzi sociali) immaginerò di risalire il torrente nel bosco accanto.

Credo proprio che, nonostante tutto, sarà un bellissimo pomeriggio:

un caffè sul poggiolo ed una bella camminata al fresco.
Le mani nell'acqua a cercare i gamberi sotto la ripa, a coppa intorno agli occhi per cercare di vedere attraverso i riflessi dell'acqua le trotelle nelle pozze più profonde.
I brividi ad ogni fruscìo nell'erba e respirare di sollievo perchè girandomi scopro che Patua e Blacky mi hanno raggiunto.

nero

Nero, nero è:

elegante, chi non ricorda l’eleganza degli abiti neri da mezza sera
poco sporchevole, i grembiuli a scuola
scoperta: che troverò sulla lavagna oggi?
magìa, il cappello ed il gatto delle streghe
caldo, la pelle di ‘Ndour
paura, l’angolo buio dell’infanzia
lutto, lustri di panni neri sulle donne
bugia, tonache che coprono uomini
intimidazione, le divise dei corpi speciali di buona memoria
sprezzante vanagloria, una camicia….

Guardando il telegiornale questa sera, mi sono resa conto che è un bel pezzo che capita di vedere certa gente con la camicia nera sotto un comune completo maschile ed il braccio teso a salutare

cara al sol, la camisa negra….

Mi piace tanto la mia Lombardia, mi piace tanto il suo verde. Nella mia immagine mentale la Lombardia è il verde, un colore che amo moltissimo, ma che non indosserò mai più. Qualche anno fa’, ho impacchettato gli ultimi golf e l’ultima camicia di seta (regalo della mia mamma) e li ho dati alla Caritas.

Nero.
Può un colore dare così tanto in gioia, mistero, piacere ed essere anche il simbolo del male?
Può un colore esercitare un’inconscia attrazione?
È lui che si fa scegliere o viene scelto?
Una volta credevo fosse retaggio solo della nostra cultura associare il nero al male, invece ho scoperto che le ragioni sono antiche e valide in tutto il mondo:
il buio è nero.
Per evitare brutte sorprese in campagna non metto mai mani o piedi negli angoli bui, eppure, per far risaltare qualsiasi colore lo appoggio sul nero, se voglio essere sicura di valorizzare un monile, lo accosto al nero.
Ora non capisco più.
Questi uomini, attenti al capello, vogliono valorizzare la dentiera? sono diventati tutti sfegatati fan del protocollo di Kyoto e vogliono risparmiare sulle mandate di lavatrice? o… vogliono mandarci un inconscio e minaccioso messaggio?

Scelgono il nero o sono scelti dal suo lato peggiore?