lunedì 4 gennaio 2010

gentilezza e sobrietà 1


L’altra sera ho ascoltato tutta orecchi il discorso di fine d’anno del Presidente della Repubblica. Beh, quanta solida buona creanza, savoir faire, per ricordarci quello che andrebbe fatto se si fosse tutti in buona fede. Quanta comprensione sui fatti che sono successi.
Ma erano così inevitabili, da doverseli tenere come uno “zoot” divino?
Io non mi chiamo Rossi Ernesto!
Perché questo bravo uomo nella sua qualità di Capo di uno Stato (anche mio) chiede di essere virtuosi, conservare giudizio, speranza, carità nel suo discorso annuale al popolo?
Batte la sella per farla capire all’asino?
Ma che bisogno c’è , non sarebbe più semplice battere i pugni sulla scrivania con davanti quegli scostumati del Governo?
Troppo diretto e politically correct?
O troppo poco “italian style”?
Per quale mancanza di senso del ridicolo si elogiano tutti coloro che fanno volontariato sostituendosi a strutture che dovrebbero essere statali?
Forse che se tali strutture ci fossero i poveri volontari non saprebbero come meglio impiegare il tempo?
O forse che le cose funzionerebbero ( Stato + volontariato) tanto bene da far diventare l’Italia una nazione modello con pochi Onorevoli ed Istituzioni funzionanti?
All’epoca delle elezioni del Presidente, mi domandavo come mai si fossero trovati tutti d’accordo sulla nomina del signore che, l’ultimo dell’anno, stava parlando con cotanta saggezza, ebbene, credo di averlo capito:
lo conoscevano meglio di noi poveretti!
Poi, anche lui, il gentil signore, nel suo discorso, ha ricordato che stare sempre sul chi va là favorisce lo sbroccare degli instabili e di conseguenza l’instaurarsi di un clima di tensione. Il che, ben si sa, preclude tempi amari, anni di piombo…
Niente, niente, l’onestuomo va pazziando?
Il clima di tensione non è dato da chi dice le cose come stanno, ma da chi male-fa, da chi, nell’interesse di poter intervenire violentemente, per imporre quelle che pensa essere le sue ragioni, lascia che accadano (quando addirittura non orchestra) fatti che gli permettano, prima, di mostrare la sua santità nell’essere magnanimo (quasi che questo servisse a garantire la giustezza del suo operato) e poi, di cavalcare l’onda creata dalle rane gracidanti. Ora che nel coro delle rane ci si metta pure il Presidente della Repubblica…
Lui c’era ai tempi delle stragi di Stato
che sono servite a giustificare la repressione dei movimenti di piazza, l’eliminazione dei politici scomodi, la mistificazione sull’uso della mafia da parte di alcuni partiti al Governo, altro che BR!
Non sarà anche lui “uomo di mare”? No, perché tutti ‘sti uomini di mare al governo, mi sa che ci stanno affondando … e uno va a passare le vacanze mimetizzandosi coi barracuda, e l’altro naviga a vista, e quell’altro ancora va bordesando …
Già, ma forse lui era già Onorevole…

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