martedì 1 maggio 2012

Jazz me blues!!




Ho uno zio che ha solo 5 anni più di me. La nostra è oltre che una parentela, un’amicizia fatta di piccole grandi cose che dura da una vita. Oggi l’ho pensato molto e l’ho intimamente ringraziato perché è alla sua complicità se ho potuto vivere delle esperienze per me magiche, che ancora mi danno grande gioia.

Quando avevo sui 15 anni ero affascinata dal jazz e vivevo in una delle poche città italiane allora visitate dai grandi del jazz. Inutile dire che ai miei sembrava solo un’americanata e lo snobbavano. Per cui ogni volta che qualche grande personaggio veniva a suonare a Milano, arrivavo a supplicarli quasi in ginocchio che mi lasciassero andare a sentirlo. Di fronte al loro diniego, il mio scoramento era tale ( a 15 anni non si hanno ancora cavalier serventi disposti a tutto!) che mia madre interpellava il suo fratellino minore, che si offriva di accompagnarmi, anche se a lui il jazz non diceva niente. Così mi ricordo serate bellissime e sfarzose con Duke Ellington al Manzoni, Max Roach alla Triennale e altre più intime ma ugualmente magiche al Santa Tecla, con grandi allora ancora sconosciuti come Enrico Rava.

Ho ascoltato Rai3 il tutto il giorno fino alla bagnata jam session di Torino e ora me ne vado a letto con in sottofondo They can’t take that away from me di Billie Holiday.




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