lunedì 15 novembre 2010

Rubini, oh Rubini!


L’altra sera ho visto, del tutto casualmente, su rete 4 (mediaset!) un film vecchio modo, come vorrei fossero tutti i film: con il lieto fine. Alcuni personaggi, volutamente caricati, ponevano l’accento su situazioni che ci toccano tutti, se non personalmente, molto da vicino. Vizi e virtù di questa società, dove i primi sembrano prevalere sulle seconde. Sembrano …

Grande Rubini!!!
E pensare che l’ha girato nel lontano 1994!!!!.
Certo è che il film è attualissimo e mi ha sorpreso che sia sfuggito alla censura del banana.

I personaggi, sono i degni prodotti di questi ultimi anni di imbarbarimento. Il ribaltamento dei ruoli, con le paradossali avances di una donna in carriera verso i sottoposti, rende accettabile e nuova la pièce, altrimenti scontata. La frenetica angoscia di Haber porta a galla quello che è un tormentone per i più in questi ultimi anni. Gente semplice disposta ad abdicare ai propri valori nel momento che si sente minacciata da tutti quelli che valori non ne hanno. Rubini, protagonista inarrivabile nella sua inscalfibile semplicità, scandaglia i risultati del potere abusato, del dio-soldo, della sopraffazione, dell’impudenza delle corti dei vari nani. Permette di riflettere su quanto costi resistere, con mezzi o senza, alle odierne sirene. Racconta quanta fatica si debba fare per non saltare il fosso della propria e sociale morale: quando morale è stima e rispetto degli altri come di sé stessi, empatia, solidarietà, aderenza ad una scala di valori degna di un Uomo.

Come già detto, il film mi è piaciuto perché, pur mettendo in luce l’aspetto gretto del banana-time, ha una fine che ricorda il vecchio impegno dei cineasti americani (purtroppo solo fino a qualche decennio fa) di non fare mai che un film possa suggerire che il crimine, i cattivi sentimenti, paghino.
E anche perché, dopo aver fatto riflettere sulle umane debolezze, spacciate per adeguamento ai costumi, suggerisce un paio degli infiniti modi per sottrarsi al pressing del malcostume: paradossale ed esilarante quello del vecchio scrittore!

Ho dormito felice: ho sognato che, per festeggiare i centocinquanta dell’unità d’Italia, il duemiladieci si chiudeva all’altezza dei vecchi codici hollywoodiani !

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