giovedì 14 marzo 2013

Lettera aperta ai compagni catto-comunisti


Lettera aperta ai compagni catto-comunisti




Cari compagni,

ho letto ieri che siete molto contenti che questo nuovo Papa venga dalle Americhe e che abbia scelto un nome evocativo di una vita spesa al servizio dei poveri.

Primo, vorrei ricordarvi che politicamente un nome non corrisponde sempre alle promesse, per cui è presto per esultare.

Secondo, questo Papa viene dalle file dei Gesuiti, i Soldati di Dio, ai quali dobbiamo Inquisizione e Guerre di Conquista in nome di Dio. Non a caso non hanno ripudiato ufficialmente il recente “Gott mit uns”.

Ma queste sono cose abbastanza remote e allora torniamo ad un passato più recente:

Congresso di Medellin, 1968. La Chiesa sudamericana, tutta, discusse sulla necessità di adottare la Teoria da libertaçao. Vinse la componente legata ai poteri forti e non fu minimamente presa in considerazione.

Personalmente ho incontrato, all’Aeroporto di Fiumicino, uno dei partecipanti inviato a spiegare all’allora Papa cos’era questa Teoria e a chiederne l’ intervento. Se ne andava, dopo un fermo diniego, molto abbattuto e mi ha consegnato una copia che aveva portato in più a Roma da dare a chi avesse voluto perorare la causa della Chiesa dei poveri.

Ho ancora quella copia, che, coerentemente, è rilegata in cartoncino grigio, battuta a macchina. Per noi a Nuova Ostia, all’Acquedotto Felice e nelle altre Borgate romane dove eravamo impegnati con i preti operai, era già realtà.

Il sogno della Chiesa dei poveri è stato schiacciato e buttato via dal Potere della Chiesa dei ricchi.

Spero che questo nuovo Papa, essendo maturato, riveda la posizione tenuta dalla sua Chiesa a Medellin e ci stupisca , riprendendo in esame la Teoria da libertaçao, non sarebbe meno di quanto fece Woytila quando parteggiò apertamente per il Movimento Operaio Polacco.

Piccoli passi, che una Chiesa conservatrice, dovrebbe a chi crede in quanto insegnato e messo in pratica da Cristo e dal suo seguace Francesco.



1 commento:

sau ha detto...

Papa Francesco mi piace, ma se la sua apertura, la cordialità, questo suo parlare alle persone in modo franco, fosse solo una strategia di marketing di una chiesa in forte crisi? Anche secondo me è presto per esultare.