lunedì 7 luglio 2008

nero

Nero, nero è:

elegante, chi non ricorda l’eleganza degli abiti neri da mezza sera
poco sporchevole, i grembiuli a scuola
scoperta: che troverò sulla lavagna oggi?
magìa, il cappello ed il gatto delle streghe
caldo, la pelle di ‘Ndour
paura, l’angolo buio dell’infanzia
lutto, lustri di panni neri sulle donne
bugia, tonache che coprono uomini
intimidazione, le divise dei corpi speciali di buona memoria
sprezzante vanagloria, una camicia….

Guardando il telegiornale questa sera, mi sono resa conto che è un bel pezzo che capita di vedere certa gente con la camicia nera sotto un comune completo maschile ed il braccio teso a salutare

cara al sol, la camisa negra….

Mi piace tanto la mia Lombardia, mi piace tanto il suo verde. Nella mia immagine mentale la Lombardia è il verde, un colore che amo moltissimo, ma che non indosserò mai più. Qualche anno fa’, ho impacchettato gli ultimi golf e l’ultima camicia di seta (regalo della mia mamma) e li ho dati alla Caritas.

Nero.
Può un colore dare così tanto in gioia, mistero, piacere ed essere anche il simbolo del male?
Può un colore esercitare un’inconscia attrazione?
È lui che si fa scegliere o viene scelto?
Una volta credevo fosse retaggio solo della nostra cultura associare il nero al male, invece ho scoperto che le ragioni sono antiche e valide in tutto il mondo:
il buio è nero.
Per evitare brutte sorprese in campagna non metto mai mani o piedi negli angoli bui, eppure, per far risaltare qualsiasi colore lo appoggio sul nero, se voglio essere sicura di valorizzare un monile, lo accosto al nero.
Ora non capisco più.
Questi uomini, attenti al capello, vogliono valorizzare la dentiera? sono diventati tutti sfegatati fan del protocollo di Kyoto e vogliono risparmiare sulle mandate di lavatrice? o… vogliono mandarci un inconscio e minaccioso messaggio?

Scelgono il nero o sono scelti dal suo lato peggiore?

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