sabato 27 novembre 2010

Adolescenti disorientati ed abbattuti ?!?





Questa mattina ascoltavo una giovane madre preoccupata per sua figlia, studentessa liceale, lavoratrice, intelligente, apparentemente senza problemi, ma perennemente “abbattuta”. Ci si domandava come mai, poi, proprio riflettendo sull’intelligenza del soggetto, mi è venuto in mente che se sono tempi difficili per tanti adulti, ancor più debbono esserlo per tanti adolescenti che non trovano riscontro nei cosiddetti fatti-maestri di vita.
I fatti sociali che dovrebbero portare all’osservazione, alla meditazione e di conseguenza a scelte di crescita, vengono strumentalizzati, usati e gettati senza il più piccolo commento sulla loro conclusione aberrante, sul comportamento aberrante delle persone a cui è demandata la soluzione. Come se, gli attori e anche chi ne è messo a parte non contasse assolutamente niente, come se tutti fossero solo astrazioni di fronte all’importanza dell’audience.




Per esempio, uno dei fatti più ponderosi, successi ultimamente e seguiti con clamore dai media:




l’occupazione della gru a Brescia.



Questo fatto aveva puntato il dito su:



- la disfunzione e la totale illogicità, nonché mancanza di umanità
della Legge sugli immigrati-lavoratori:
- la confusione dei significati immigrato, rifugiato politico, clandestino
usati tutti come sinonimi.
- Il lavoro nero.
- La distinzione dei lavori riconosciuti solo in base ad una funzionalità di comodo nostro.
- Lo sciacallaggio perpetrato dai soliti trafficanti ed imbroglioni.
- Il non controllo degli stessi da parte delle autorità preposte.
- L’assurdità ed ambiguità di certe legiferazioni.
- La loro incoerente applicabilità.
- La farraginosità ed inaffidabilità del sistema burocratico italiano.
- La mancanza di coraggio, coerenza e di affidabilità delle autorità e rappresentanze civili
e sindacali, in prima battuta e il non intervento sanatorio delle autorità che,
in seconda battuta, dovrebbero contemplare la revisione di una Legge tanto iniqua.



Dopo aver tanto parlato e mostrato le immagini degli occupanti,


quanti telegiornali hanno divulgato la notizia che due di loro sono stati arrestati?


E che tutti saranno espulsi?




Questo è parte del mondo degli adulti a cui guardano gli adolescenti.





Cercare di porre rimedio a tanto sfacelo può sembrare quasi utopico, e scoraggiare, ma potrebbe non essere impossibile, secondo me le vie percorribili sono tante, per esempio, partire da due concetti base:



1° ogni uomo è responsabile dei propri atti in prima persona. E questa responsabilità deve essere spontaneamente perseguita, deve diventare un’abitudine come il respirare
2° si deve perseguire la costruzione di una coscienza etica. Ci si può arrivare in tanti modi, ognuno deve trovare quello che gli è più congeniale per cultura, vocazione, attitudine … ma sempre in osservanza del 1° punto.




Inutile, in questo momento parlare di atti politici, sarebbe estremamente imbarazzante, vista la situazione e gli attori sulla scena; parlare di atti di fede religiosa è relativo e fuorviante. Per cui mi stanno molto simpatici dei movimenti, a prima vista lontani e pragmatici, ma abbastanza adatti per instaurare un, momentaneamente accettabile, impegno di costruzione della propria coscienza e, di conseguenza, vita spicciola.



Ho trovato ottimi allo scopo alcuni brani tratti da un manuale di Permacoltura, cosa che tutti pensano legata solo all’agricoltura, ma che va ben oltre.




La permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali.
Allo stesso modo, la permacoltura, si può applicare a strategie economiche e strutture sociali.



Vale a dire:


- pensare, sentire, inventare, progettare il proprio essere integrati nel mondo.
- disegnare il proprio sistema di vita, la propria casa, il territorio che la circonda,
in modo armonico, in modo consapevole.
- Consentire al proprio essere nella vita di pensarsi da sé, non di essere pensato da altri:
sostituendo l'ascolto al dominio, la curiosità alla violenza,
la speranza costruttiva alla fretta di ottenere tutto e subito.






Altri passaggi li ho trovati nel Manifesto del Voluntary semplicity movement





Curare le relazioni, a partire dai rapporti affettivi fondamentali, aprendosi però anche alla comunità ed ai cosiddetti “emarginati”.


Allontanare il calcolo economico e utilitaristico dalle relazioni affettive e dalle relazioni con gli altri, badando più al rapporto sereno e aperto che alle gelosie ed all’orgoglio.


Instaurare relazioni di collaborazione, di reciproco aiuto, di conoscenza e di dialogo in modo da disinnescare le eventuali tensioni e da garantirne la risoluzione nonviolenta.




Tutte queste relazioni, se vissute con calore, immediatezza, schiettezza, fiducia, coraggio, portano a forme costruttive sociali ed individuali che, seppur diverse ed in modo diverso, hanno un ritorno funzionale su entrambi i fronti: quello personale e quello sociale.





Tutelare il bene comune. Riscoprire la dimensione comunitaria e conviviale, creando ecosistemi armonici con chi ci sta vicino escludendo o limitando le relazioni economiche. Preservare quel poco veramente necessario alla vita serena di tutti.


Bandire le leggi dell’utile, dell’egoismo e del mercato, nella ferma convinzione che un ambiente composto da individui sereni ha conseguenze benefiche per tutti.


Ricercare la stima, la riconoscenza, il lustro, nelle interazioni reali con gli altri e non nel potere o nella disuguaglianza materiale.




lunedì 22 novembre 2010

filastrocche sgangherate

Si fanno emendamenti unici sui quali si chiede la fiducia cieca al “governo” ( il minuscolo è intenzionale).
Ogni parlamentare cerca di salvare ciò che ritiene più importante pro domo sua e infila proditoriamente leggi-porcata (sempre pro domo sua), tutto fiducioso nel baratto.

Tutti avversari di tutti, tutti per sé stessi,
vai con l’ammucchiata selvaggia delle leggi e leggine!

Così con un unico voto si trombano gli italiani!

Perché non mettere le leggi in fila,
come birilli,
e discuterle una alla volta,
votando uniti (anche trasversalmente) sullo specifico?

Se una legge è giusta, rimane giusta vista da destra, da sinistra, dal centro, no?

Si avrebbe il non discreto risultato di tenere gli “onorevoli” sullo scranno per cui hanno dato l’anima,
Potrebbero guadagnare almeno formalmente gli sproposititati emolumenti per i quali hanno tutti, concordemente legiferato l’aumento anche in tempo di crisi.

Si avrebbe finalmente l’indubbio palesamento del valore di entrambi: leggi e legiferanti,
con conseguente eliminazione delle leggi-porcata ed il reindirizzamento dei voti in sede elettorale.
Mica male, no?

In questi tempi di euforia parlamentare per il mercato interno alle Camere,
mi sento ritornata all’asilo Mariuccia,
e mi vengono disperati rigurgiti di filastrocche irriverenti:

An ghin go: 'sto Casini a chi lo do?

Poi,
e non è riferito solo al succitato,
ma a tutti quelli che stanno mercanteggiando e che,
guarda caso,
sono per la maggior parte uomini

Indovina indovinello quanto costa ‘sto pisello?


domenica 21 novembre 2010

nominations


Nel regno dei ciechi un orbo è re

Da qui, Tremonti potrebbe diventare il primo ministro d’Italia,
suvvia consoliamoci!

lunedì 15 novembre 2010

Rubini, oh Rubini!


L’altra sera ho visto, del tutto casualmente, su rete 4 (mediaset!) un film vecchio modo, come vorrei fossero tutti i film: con il lieto fine. Alcuni personaggi, volutamente caricati, ponevano l’accento su situazioni che ci toccano tutti, se non personalmente, molto da vicino. Vizi e virtù di questa società, dove i primi sembrano prevalere sulle seconde. Sembrano …

Grande Rubini!!!
E pensare che l’ha girato nel lontano 1994!!!!.
Certo è che il film è attualissimo e mi ha sorpreso che sia sfuggito alla censura del banana.

I personaggi, sono i degni prodotti di questi ultimi anni di imbarbarimento. Il ribaltamento dei ruoli, con le paradossali avances di una donna in carriera verso i sottoposti, rende accettabile e nuova la pièce, altrimenti scontata. La frenetica angoscia di Haber porta a galla quello che è un tormentone per i più in questi ultimi anni. Gente semplice disposta ad abdicare ai propri valori nel momento che si sente minacciata da tutti quelli che valori non ne hanno. Rubini, protagonista inarrivabile nella sua inscalfibile semplicità, scandaglia i risultati del potere abusato, del dio-soldo, della sopraffazione, dell’impudenza delle corti dei vari nani. Permette di riflettere su quanto costi resistere, con mezzi o senza, alle odierne sirene. Racconta quanta fatica si debba fare per non saltare il fosso della propria e sociale morale: quando morale è stima e rispetto degli altri come di sé stessi, empatia, solidarietà, aderenza ad una scala di valori degna di un Uomo.

Come già detto, il film mi è piaciuto perché, pur mettendo in luce l’aspetto gretto del banana-time, ha una fine che ricorda il vecchio impegno dei cineasti americani (purtroppo solo fino a qualche decennio fa) di non fare mai che un film possa suggerire che il crimine, i cattivi sentimenti, paghino.
E anche perché, dopo aver fatto riflettere sulle umane debolezze, spacciate per adeguamento ai costumi, suggerisce un paio degli infiniti modi per sottrarsi al pressing del malcostume: paradossale ed esilarante quello del vecchio scrittore!

Ho dormito felice: ho sognato che, per festeggiare i centocinquanta dell’unità d’Italia, il duemiladieci si chiudeva all’altezza dei vecchi codici hollywoodiani !

domenica 17 ottobre 2010

Boom, bomba, boom!


Art. 11
Della
Costituzione Italiana

“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Alla ricerca di una logica

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
Gettare bombe non è offesa, è difesa!


consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni

l’ordinamento che assicura pace e giustizia al quale siamo legati e per il quale dobbiamo limitare la nostra sovranità è la NATO.
La Nato (North Atlantic Treaty Organization, che significa Organizzazione del Trattato Nord Atlantico) e' un'organizzazione, creata nel 1949, che ha lo scopo di mantenere la sicurezza dell'area Nord Atlantica (Nord America ed Europa). L'accordo sottoscritto dalle Nazioni che fanno parte della Nato prevede che un attacco contro uno dei membri, deve essere considerato come un attacco nei confronti di tutti quanti gli altri membri, i quali devono immediatamente intervenire, anche militarmente, in difesa della Nazione attaccata.

...promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”


Ho cercato un elenco delle associazioni di pace italiane presenti in Afghanistan e non esiste. L’unica menzionata è l’ISAF (Forza Internazionale di Assistenza alla Sicurezza). Mi sono chiesta: la sicurezza di chi? visto che è sparita in occasione della mistificazione su Emergency.
Già, dimenticavo l’ovvio, dei soldati di pace che aiutano la popolazione!
E allora armiamo il nostro Esercito di pace con bombe intelligenti,
colpiranno solo gli attentatori dei nostri convogli di pace.
Bohh!?

domenica 29 agosto 2010

Aina tanti



In ter coffi su per le scale…

Vecchia filastrocca facente parte del mio lessico familiare. Sembra senza senso, ma insieme a frasi tipo: “torniamo alla bacinella”, ha sempre avuto grandi e differenti significati nella nostra famiglia. Significati che erano subito compresi, nella giusta accezione, sia dagli adulti che dai bambini. Frasi che servivano a dare un input: calmare gli animi, far tornare la serenità, ritrovare coesione e lucidità.

Una volta, finita la guerra, c’era un linguaggio schietto, diretto che arrivava a tutte le menti e a tutti i cuori, quello usato dai due principali partiti popolari. Poi è subentrato il linguaggio politico, bizantineggiante dei temporeggiatori, degli alchimisti degli equilibri. Un linguaggio riservato ai frequentatori di confessionali e per contro uno libertario, da intellighenzia, riservato ai salotti ed ai partiti che si sono estinti.

Ora l’unico linguaggio diretto è quello scurrile del celodurismo, gli altri hanno perso il senso.

Che lingua parlano questi politici di centro e di sinistra?
Cambiano nome ai partiti, alle correnti, come se il solo fatto di cambiare nome possa riempire i vuoti lasciati dai contenuti che hanno perso per strada.

Quanto fair play in questi attempati surfisti di mari inquinati! Sono bravissimi a giocare con parole prive di contenuti e di significati e noi … la famiglia, non capiamo più di che parlano, che vogliono in nostro nome.

Sì, in nostro nome.
Non dovrebbero stare lì a rappresentarci?
a rappresentare bisogni e volontà dell’elettorato?
com’è che danno l’idea di rappresentare solo sé stessi?

Quando si è scoperto che una certa base più semplice è migrata nel celodurismo e quella meschina nel partito dell’opportunismo, hanno fatto i superiori invece di preoccuparsi e correre ai ripari. Hanno danzato la quadriglia da vecchi gigioni, lasciando il compito di fare le battaglie di principio ai più semplici tra loro, tanto se sbagliavano si poteva sempre fare finta che erano gli ultimi sempliciotti arrivati, loro gli “eletti” trattavano a livelli più alti.

Ha ragione il Sindaco di Firenze:
tutti a casa cortesi blagueurs!

Non vi capiamo più, vi siete avvitati su voi stessi, fate perdere tempo a tutti, mentre vi impomatate e fate lampade al posto di andare alle scuole di partito, qui sono arrivati venditori di fumo, urlatori da fiera di paese, frequentatori di postriboli, nani che comprano e si vendono tutto.

Chi ha tre legislature, se ne vada a casa:
ha esaurito le idee, le forze e, soprattutto, si è corrotto … sotto troppi punti di vista.

Non è vero che è sbagliato mandare a casa chi ha finalmente acquisito esperienza. L’esperienza che ha acquisito è quella malata dell’avvitamento al cadreghino. Se non ce l’ha fatta in tre legislature a concludere qualcosa, non è la persona giusta o ha è esaurito le idee per cui è stato votato.

Via, via …

giovedì 12 agosto 2010

La sindrome di Salieri




Capire la vita o viverla?

L’arco di due incontri è bastato a ripropormi il problema e a donarmi attimi di autentico stupore. Stupore inteso come godimento della vita.

Ci sono tante cose che non so fare: alcune non mi interessano e mi scivolano accanto senza tentazioni né attenzione, altre mi hanno interessato e mi ci sono cimentata, anche se con grossi limiti, ricavandone un senso di soddisfazione. Altre ancora mi hanno sempre affascinato per il contrasto tra la mia più totale incapacità di gestirle e le infinite capacità di viverle di altri.

E proprio per questa ragione queste ultime hanno sviluppato in me un’ipersensibilità, una reattività quasi eccessiva, alla contraffazione e, allo stesso tempo, una capacità di stupire e di godere delle capacità di altri.

La poesia e la musica sono due di questi campi.

Per anni sono andata a sentire poeti, ho letto poesie e mi sono odiata per la mia incapacità di provare sensazioni piacevoli laddove tutti gli altri dichiaravano di sentirle.

Per anni ho guardato vecchie lumache arrotolate su sé stesse, arrotare sgradevolmente parole in contrasto col loro essere.
Dovevo forzarmi a pensare a cercare di capire, spesso approdando al nulla.
Per anni mi sono domandata se l’unico valore di certi artisti era stato creato dall’invidia degli altri nell’immaginarli rompere i tabù del momento.

Considerazioni molto lontane dal senso della poesia.

Che pur consolandomi, nello sminuire il cosiddetto valore, non alzava certo la stima che avevo di me. Anzi, nella coscienza di un atto di incapacità, la abbassava al massimo.

Poi sette anni fa, con la celebrazione, come pedaggio dovuto, di una serata estiva di poesia, ho creduto di riconciliarmi con me stessa nei confronti della poesia .
Tranne qualche rara eccezione, nessun poeta sacro, nessun ermetismo, ma tante persone che di una vita comune sapevano cogliere l’attimo magico e porgertelo.
Nessuna fatica di comprensione: la gioia di ricevere un garbato sorriso in parole.

L’altra sera, no.
L’avvento sulla scena di una poetessa, mi ha sconcertata.
Oddio, il berlusconismo è arrivato sino a qui!

Ho osservato perplessa e vetriolesca, l’entrata di una bella donna sul palco, e quella che credevo la sua sicumera data da un paio di generazioni di potere del soldo e forse una di potere della mente.

La fronte non alta, resa bassa dalla spartizione centrale di un capello falsamente incolto. L’abito lungo falsamente virginale, mollemente adagiato su di un corpo, nel quale un filo di cellulite incomincia a sfuggire a week end in beauty farms, palesava che, sotto quell’apparenza di ragazza navigata, c’era una donna.

Il sottofondo musicale jazzistico e l’incoerenza di parole astutamente scelte nel dizionario del “mo’ vi stupisco con la mia erudizione!” mi hanno cullato in un disimpegno emozionale.

Dapprima mi sono soffermata su particolari donneschi, credo solo per contrastare l’impatto sessualmente accattivante del soggetto:
Assomiglia alla Marcegaglia. Però buona la scelta del sandalo piatto, il vestito cade fra i piedi in un modo semplicemente antico pieno del fascino della storia femminile. Certo c’è una bella differenza con il piglio da padrona o da figa di legno di certi tacchi a spillo!

Ardita la scelta del tessuto e del colore. Bianco, tessuto mollemente adagiato sul corpo. Non è certo fatto per nascondere imperfezioni. Buona la scelta dell’assoluta mancanza di orpelli. Toh, proprio questa semplicità toglie peso ai difetti e li trasforma in pregi dell’eterno femminino. Se ripenso all’accostamento di fiori di organza appuntati su abiti, dal tessuto e colori irrigiditi da falsi significati, che alcune donne sono riuscite ad infilarsi con inamidata ostentazione.
Eh, che abisso!

Ogni tanto tento di ritornare alle parole.
La poetessa (?) le porge con forza accompagnandole con una gestualità plateale.

Seguo i suoi passi avanti ed indietro:
ogni tanto si porge, ogni tanto si ritrae, come il mare, mai di lato.

Seguo le mani: ha atteggiamenti drammatici. Ma non sono scontati.
Le osservo meglio e finalmente capisco che fanno: attua, non so quanto istintivamente e quanto abbia studi alle spalle, le tecniche più antiche per favorire l’energia, il prana.
Una volta capito è facile seguire i suoi gesti: non è melò,
è in contatto con l’universo.

Le parole continuano ad avere un senso oscuro, per fortuna il suono del sax, del basso, del piano e non ultimo della batteria le tengono agganciate al presente, perché le “sue” emozioni mi rimangono lontane, oscure.

Poi la sonorità ed il ritmo incominciano a prendermi.
Senso, senso dammi un senso perché possa seguirti!
Non c’è; sono elucubrazioni tese a creare un sofisma, una masturbazione mentale!

Cerco tra i chiari e gli scuri evocati, tra l’incalzare delle parole,
il fiato sospeso,
un gran senso di appagamento nella ricchezza del tutto.

Poi il silenzio. I battimani, gli inchini da diva.

Ecco ho scoperto cos’è una “diva”.

Una sua esibizione è un’antica operazione di marketing. Ho capito perché, in epoche diverse, quando queste operazioni non erano inflazionate da ciarpame mediatico, alcuni potevano perdere la testa e la fortuna nel tentativo di catturare un semplice atto di attenzione di una “diva”.

Frastornata ed incantata,
come mi ritrovo quando all’improvviso cessa il vento tra gli alberi,
nel foyer ho dato sfogo alla mia sindrome di Salieri e
ho risposto tout court,
con immane stronzaggine,
a chi mi domandava che ne pensavo:
Una notevole presenza scenica!

sabato 31 luglio 2010



Waldig, von Hirschen georgelt,

umdraengt die Welt nun das Wort,

das auf den Lippen dir saeumt,

durchgluet von gefristetem Sommer.

Sie hebt es hinweg und du folgst ihm ...

(Paul Celan)

Silvestre, un bramito di cervi,

ora il mondo stringe dappresso la parola

che t'indugia sulle labbra,

avvampata da quanto resta dell'estate.

Esso la porta via e tu la segui

martedì 27 luglio 2010

Un regalo



Sono contadini slavi che falciano nella pianura russa.

Espressione seria e raccolta, tipica della rappresentazione mediovale, ma che taglia fuori quel quid che c’è in ogni lavoro, in ogni incontro che non sia vacuo: la trasmissione del “sapere”.

La trasmissione di infiniti valori, saperi, filtrati dalle vite di tante “persone”.
Un valore inestimabile.

Anche se uso i cosiddetti mass media, nell’anno 2010, debbo ancora molto a questo retaggio comunicativo e
ne sono infinitamente felice.

mercoledì 14 luglio 2010

No comment, o quasi!


oggi ho ricevuto da Google AdSense una mail con la quale mi avvisavano di aver disattivato la pubblicità, per aver pubblicato delle foto di un nudo (peraltro riprese da un giornale europeo) in un post dell’estate scorsa.

All’inizio mi sono detta: “mi hanno confusa con una delle mie omonime (per la cronaca: una giornalista, una pornostar, una suora). Quando mai ho pubblicato materiale osceno?
Poi rileggendo bene ho capito che intendevano proprio me! e per il blog del luglio scorso 2009: il re è nudo! Il post al quale avevano già cancellato autonomamente 19 commenti e mi avevano suggerito di cancellarne, di mia sponte, altri due veramente innocenti, ne è sopravvissuto 1 solo!

La cosa non mi tocca molto perché il nudo non era né porno, né edificante, però ho cercato di modificare il post, eliminando le foto, ma non so se ci sono riuscita. Boh?!

Mi tocca, nel senso che mi preoccupa, che anche un gigante come Google abbia dovuto mettersi al riparo.

Ragionandoci sopra: foto di pubblico dominio che non ledono la dignità del soggetto e che, all’epoca, sono state tollerate dallo stesso con l’ostentazione sfrontata di un “possedere” anche quel “potere”, non mi sembravano nemmeno degne di nota.
Invece giustamente Google ci vede una lesione del contratto AdSense, che prevede che non si possano postare foto porno, di nudi o di atti sessuali. Pace, niente pubblicità.
Ma che la lettera si chiuda in questo modo, con questo tipo di intimidazione finale:

“Tenga presente che, qualora continuiamo a riscontrare violazioni da parte sua in futuro, potremmo disattivare il suo account.”

Mi lascia con la bocca amara, e prendo tristemente nota che è incominciato anche il casino informatico per cui la rete è piena di siti violenti, porno, di pubblicità porno, di spam porno ( che mi arriva in base alla mia età anagrafica) e solo il parental control tutela i minori o i semplici cittadini, ma il banana gioca a fare il re e chiede i distinguo a suon di dollaroni e di Leggi ad personam.

Censura!



Il Re è nudo! Una volta i Capi diventavano capi in quanto simboli di saggezza, di qualità positive, perché la gente amava identificare in loro le migliori aspirazioni, amava rispecchiarvisi. La gente ha sempre amato avere (qui c'era un immagine che mi è valsa la sanzione )dei Capi. La gente comune non ama il rischio, la lotta, l'assunzione di responsabilità pesanti, cose che peraltro è costretta a fare tutti i giorni, ma che pensa siano picciol cosa per il solo fatto che sono alla portata di persone comuni, come loro appunto. Invece le cose importanti, quelle relative alla Nazione, quelle hanno un immenso valore, vanno gestite dai Grandi!Allora la gente, in tempi di Democrazia, si guarda intorno e dice:"chi è il più bravo tra noi, chi ci rappresenta?"e poi:"chi è il più bravo tra i bravi, chi ci rappresenta?" Gli italiani studiano poco la Storia e le storie in generale, è un dato accertato.Ma non fosse anche accertato, i fatti dimostrano che è così: confondono ancora Storia e storie. Il signore qui a fianco è stato scelto da una larga parte degli italiani per rappresentarli. La nudità non è un peccato, per cui non è per quello che ho cercato e messo a confronto queste due foto, ma è per dimostrare una volta di più che le bugie hanno le "gambe" corte.Il signore è ripreso in condizioni di normale relax nella prima, e mentre si appresta a discutere di politica nella seconda.(qui c'era la seconda ) Sì, perché lui sostiene che in quelle occasioni intratteneva ospiti politici coi quali doveva parlare di cose importanti, affari internazionali, candidature o semplici affari di Casa Nostra e si vedeva costretto dai suoi doveri di anfitrione ad offrire, beninteso di tasca sua, qualche "svago": danzatrici, musici, ecc.Infatti questo personale da "ricreazione" viaggiava sul suo elicottero personale, o no? La seconda foto documenta che il signore, che è un tipico "uccello da spiaggia", si arrazza parlando di politica, come si può ben vedere. Tragico è che il signore, una volta che ha finito di parlare di politica in privato, ha la tendenza a trasformarsi in "uccello padulo" per tutti gli altri. meditate, gente, meditate,voi che l'avete votato,le bugie hanno le gambe cortee il reprima o poi è nudo!
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1 commento
23/06/09

venerdì 2 luglio 2010

branca branca branca ...


ci mancava tanto un ministro così
evviva la Repubblica del Banana!

venerdì 4 giugno 2010

grazie Pertini!



per l'anniversario della Repubblica Italiana, voglio ricordarti come colui che ha avuto il coraggio di eliminare (anche se poi reintrodotta da qualche codino) quell'enorme sfoggio di cultura machista ed aggressiva che è una parata militare.

Una parata con la quale si toglie alla gente tutto l'orgoglio e la gioia di vivere in una Repubblica Democratica.

Una parata con la quale, articoli fondamentali di una esemplare Carta Costitutiva vengono vanificati dall'ostentazione dell'ego smisurato di tronfi galletti che amano mostrare, quasi fossero loro, tutti i soldatini del gioco più crudele.

(la foto scelta, non è certo tra le migliori e più eleganti, ma è quella che più si adatta ai tempi. Un grazie di cuore a chi ha ideato il manifesto!)

sabato 24 aprile 2010

per non dimenticare!


“Certi uomini sono quello che i tempi richiedono. Si battono, a volte muoiono, per cose che prima di tutto riguardano loro stessi.
Compiono scelte che il senno degli altri e il senno di poi stringono nella morsa tra diffamazione ed epica di stato.
Scelte estreme, fatte a volte senza un chiaro perché, per il senso dell’ingiustizia provata sulla pelle, per elementare e sacrosanta volontà di riscatto ….. "
(da Asce di Guerra. Ravagli. WU MING).

mercoledì 10 marzo 2010

sotto la neve dorme il grano...

Sotto la neve dorme il grano…
Mi dicevano quando ero bambina ed il tempo aveva ancora dei ritmi scanditi dalle stagioni.

Quando non c’era la televisione e noi bambini si guardava, il naso incollato ai vetri delle finestre, i fiocchi che scendevano lenti dal cielo.
Sognavamo poter trasformare tutta quella neve in pupazzi.
Era uno spettacolo:
i tram che passavano con la luce gialla e, dietro i vetri tutti appannati, la sagoma scura ed informe della gente stipata.
Le nonne, per tenerci occupati, ci facevano disegnare i cristalli di neve e ci raccontavano che in montagna, la gente si riuniva nelle stalle con le bestie, per stare calda e si raccontava “le storie”. Noi volevamo sapere che “storie” e allora la nonna ne incominciava una
del lupo che camminava nella neve e faceva ploff-ploff…

Per anni, guardando certi quadri del Segantini, sono tornata con gran tenerezza a quei pomeriggi invernali, coi loro attimi magici, cacciati dalla televisione, dalle settimane bianche.

Credevo fossero irrimediabilmente persi ed invece,
eccomi oggi, dietro al vetro, a guardare per ore la neve che scende,
a guardare Giorgio che impasta il pane con la madre acida, che Marcello, l’amico panificatore, ci ha regalato due giorni fa ad Ebbio.
È una madre di pane che ha 100 anni!
Mi sembra impossibile…. Eppure, mentre tutto questo mondo rutilante s’arrabatta,
c’è ancora qualcuno che impasta il pane e mette da parte una pallottina, che servirà a fare il pane anche domani e dopodomani e così via da 100 anni…
guardo e cerco di ricordarmi come si disegna un cristallo di neve, uno qualunque …
Guardo i campi nella valle e mi piange il cuore, sotto tutta quella neve non c’è seminato, c’è solo un abbandono chiamato esoticamente set-aside.
Il pane si compra al super mercatino. Quante famiglie montanare spiano ancora la neve pensando al pane che si farà col grano cullato sotto?

È tanto bella questa neve che scende ininterrottamente da tante ore, tutto intorno è bianco, soffice e sospeso nel tempo, le sagome dei monti sono sparite in questo turbinio di fiocchi, dentro casa si sta bene, c’è profumo di pane caldo …

là fuori, sotto la neve, dormono, come il grano, le gemme dei meli, gli elleboro che ho visto già spuntati, tutti i semini caduti per caso o messi da mani amorevoli.

Sotto la neve dorme il grano ….. e il lupo ploff-ploff …

venerdì 12 febbraio 2010

Censura sì, censura no … piripiripipì … piripiripipò


Apro il quotidiano e trovo ben in rilievo tutti i cortigli, o gossip che dir si voglia, di politici e affini. Qualcuno, in alto, prevede che alla massa dei lettori possa recare danno un’esposizione dei fatti, così come sono tout court.

Autocensura per disistima del cliente?
No, per la tutela del minus habens!

Accendendo la TV (se l’avessi), troverei documentari al posto delle trasmissioni di informazione.
Censura?
No, adeguamento alla par condicio!

Vado al bagno dell’autogrill e, come chiudo la porta, trovo una scritta di quelle oscene, quelle dei tizi che confondono genitalità con sessualità oppure l’ennesimo scherzo di cattivo gusto all’amico timido! Boh, per fortuna c’è solo questa; quelli delle pulizie passano ogni giorno.
Censura?
No marketing!
Apro il blog per postare e scopro che ci sono 21 commenti da censurare.
Ohibo! Mi ci hanno mandato a quel paese o hanno concordato con me in un modo terragno?

Voglio proprio vedere.
Ne compaiono solo due: uno della mia cara amica che domanda informazioni sull’uccello padulo e l’altro di Daniele, che mi suggerisce di portare pazienza e aspettare.
Gli altri 19 non si aprono. Anzi scompare pure l’avviso!

Ci rifletto su:
ma come mai non li ho trovati anche nella posta?
È vero che non vedendo mai niente, pensavo che le mie elucubrazioni si perdessero nell’etere,
è vero anche che, ultimamente, per evitare l’assideramento, apro e chiudo alla velocità della luce.
Ma cavoli, non mi sono accorta di niente di niente?

Censura?
Nooo, è che probabilmente non è piaciuto l’autoritratto di Sebastiano del Piombo!

Censura sì, censura no … piripiripipì … piripiripipò …
nevica ancor!

mercoledì 3 febbraio 2010

referendum? dum dum

Referendum
Ovvero
“Consultazione diretta del popolo che viene chiamato a pronunciarsi direttamente in ordine di approvazione o rigetto di una legge”.

Sto assistendo stupita al silenzio col quale viene accolto dai media un certo agire di questo Governo.

La memoria può incominciare a farmi cilecca, vista la non tenera età, ma mi sembra di ricordare chiaramente che ci furono due referendum posti al popolo italiano e dallo stesso votati nel secolo scorso. (Diamo una connotazione di vetustà ai fatti, anche se non sono più di 4-6 lustri che sono avvenuti, giusto per non fare sentire troppo in colpa i vari giornalisti, opinionisti, fancazzisti … che popolano di bla bla gli spazi mediatici).
Mi ricordo che,
in un referendum sull’uso del nucleare in Italia,
la maggioranza del popolo italiano si è detta contraria.

Mi ricordo che,
in un referendum sull’uso degli ogm in Italia,
la maggioranza del popolo italiano si è detta contraria.

Mi sembra che i risultati dei referendum diventino Leggi e per cui vadano rispettate da tutti (la metto giù semplice, perché son ignorante).

Ma che, son tutti morti quelli che han votato per il no?

Qui mi par di capire che si riprendano a costruire centrali nucleari e a coltivare mais ogm e nessuno fiata.

Le Leggi, c’insegna il nano, si possono modificare (lui e soci cercano anche di interpretarle a proprio uso e consumo), ma fino a che ciò non viene fatto, restano valide.
Quando è passata la modifica o abrogazione delle summenzionate Leggi, popolarmente votate?

O forse non è ancora passata ed è un colpo di mano che s’apprestano a fare, mettendo le modifiche in mezzo ad un centinaio di altre leggine con le quali creano una cortina fumogena?

Ma i media dove stanno?
Alla causa di divorzio del nano? Allo stadio? Al grande fratello?

Mi rivolgo ai media, perché non oso neanche più invocare il contradditorio camerale.
El gh’è no!

Forse le conoscenze tecniche si evolvono e le scelte fatte allora erano frutto dell’ignoranza popolare. D'accordo, spiegatemi chiaramente e convincetemi sul perché ciò, che sembrava sbagliato allora, ora è giusto.
Se me lo spiegate per bene, ci stò.
Diversamente no!

domenica 17 gennaio 2010

by pass?

Ogni tanto nella vita di ognuno, c’è un momento che rimane sospeso.
Viverlo ti da una strana sensazione. Viverlo? Mah…
Ti alzi e fai le cose che tutti si aspettano che tu faccia: lavori, sei gentile, pulito, ti interessi agli altri. Grato del fatto che almeno una piccola parte di ciò che fai è già stata stabilita da altri, così non devi pensarci, non te la devi inventare.
Poi al di fuori di quello è solo routine, senza programmi, senza entusiasmi, senza gioia.
Tiri il momento di poter andare a letto e dire: anche questo è passato.

Stai in piedi sulla porta della depressione, sai che un passo in più e la varchi senza sapere se e quando riuscirai a tornare indietro e questo ti fa paura,
allora pianti i piedi per terra, svuoti la testa e resisti,
ma sei disperato.

Non si può vivere senza una ragione per alzarsi la mattina e,
quando tutto è difficile, subordinato ad un sacco di varianti, di umori di altri, di possibilità negate o rimandate all’infinito, quando gli affetti sfuggono o sono ricatti, quando anche l’amicizia ha riserve,
ti senti proprio da solo.

Hai un bel dirti: che mi manca? In effetti non ti manca nessuna delle cose essenziali: famiglia, casa, salute, amici.
Sei solo precario in tutto!
Sei superfluo; usato, ma non indispensabile.
Spesso le cose ti vengono chieste con gentilezza, ma con la stessa gentilezza ti viene ricordato che non è necessario che tu le faccia se non vuoi, tanto … e ciò che è richiesto spesso prevede una grossa partecipazione, quasi sempre squilibrata rispetto a quello che te ne viene.
C’è una rapacità da parte di chi detiene il potere, qualsiasi potere, che è sfibrante, depauperante, impietosa, nei confronti del prossimo.

La precarietà della permanenza è un dato inscindibile dalla vita di ogni essere.
Ma in genere l’ansia di questo stato è ammortizzata da alcune basi solide, che consentono all’individuo di progettare, di proiettarsi nel futuro . Ma se non hai basi di alcun genere, al di fuori di te stesso, se non c’è condivisione alcuna, l’ansia ti divora.
Sei in un mondo di “arroccati” per potere o per disperazione.

Se ci aggiungi anche l’impossibilità di instaurare dei rituali-àncora, perché sei precario in ogni momento della tua vita,
sei distrutto.

Ti si svuota la testa, il cuore e non riesci più a fare niente.
Ma un niente grosso, così grosso che non ne vedi la fine, ti ci perdi….


lunedì 4 gennaio 2010

gentilezza e sobrietà 2



Sempre pensando al discorso dell’altra sera.
Tanto per esercitare lingua e memoria, nel senso di fargli fare del moto, mentre ascoltavo mi venivano spontanei vecchi slogan di piazza.
Tipo uno degli anni 70 :

Una risata vi seppellirà!

Noo….non va, in troppi si sono creduti che bastasse ridere di chi aveva la gobba e le orecchie a sventola : in fondo i nani portano fortuna, no?
Così oggi abbiamo un nano che si crede l’Unto, un Papa che vuol fare Santo un filonazista, uno scurrile cinepanettone per santificare il Natale ed una Sinistra che mira al “Centro”.
Forse era più chiaro uno degli slogan del ’68:

la lotta dura non ci fa paura!

Noo… anche qui sbaglio: si mette su famiglia, c’è bisogno di un lavoro sicuro per crescere i figli, si invecchia, “già dato …”, ecc. ecc.

E così immalinconita ho spento la radio: nipoti miei accontentavi del Twiga, delle chat rooms, di Fiorello, della settimana bianca, del volo low cost e …
se siete impegnati un minimo, di Parla con me, Ballarò, Anno zero...
“La Gabanelli, no è troppo lungo!” capisco, non tutti vogliono tirare l’ora della discoteca riflettendo.
“Di Pietro, Grillo, sono dei pazzi esagitati..!” In effetti difettano di savoir faire nell’esposizione del loro pensiero, dicono la verità urlando e, diciamocelo, Di Pietro inciampa anche nelle parole…

Insomma vi chiedo scusa se siete obbligati ad accontentarvi delle sole cazzate e cazzoni che vi abbiamo lasciato in eredità,
forse era meglio un “Gratta e vinci”!

gentilezza e sobrietà 1


L’altra sera ho ascoltato tutta orecchi il discorso di fine d’anno del Presidente della Repubblica. Beh, quanta solida buona creanza, savoir faire, per ricordarci quello che andrebbe fatto se si fosse tutti in buona fede. Quanta comprensione sui fatti che sono successi.
Ma erano così inevitabili, da doverseli tenere come uno “zoot” divino?
Io non mi chiamo Rossi Ernesto!
Perché questo bravo uomo nella sua qualità di Capo di uno Stato (anche mio) chiede di essere virtuosi, conservare giudizio, speranza, carità nel suo discorso annuale al popolo?
Batte la sella per farla capire all’asino?
Ma che bisogno c’è , non sarebbe più semplice battere i pugni sulla scrivania con davanti quegli scostumati del Governo?
Troppo diretto e politically correct?
O troppo poco “italian style”?
Per quale mancanza di senso del ridicolo si elogiano tutti coloro che fanno volontariato sostituendosi a strutture che dovrebbero essere statali?
Forse che se tali strutture ci fossero i poveri volontari non saprebbero come meglio impiegare il tempo?
O forse che le cose funzionerebbero ( Stato + volontariato) tanto bene da far diventare l’Italia una nazione modello con pochi Onorevoli ed Istituzioni funzionanti?
All’epoca delle elezioni del Presidente, mi domandavo come mai si fossero trovati tutti d’accordo sulla nomina del signore che, l’ultimo dell’anno, stava parlando con cotanta saggezza, ebbene, credo di averlo capito:
lo conoscevano meglio di noi poveretti!
Poi, anche lui, il gentil signore, nel suo discorso, ha ricordato che stare sempre sul chi va là favorisce lo sbroccare degli instabili e di conseguenza l’instaurarsi di un clima di tensione. Il che, ben si sa, preclude tempi amari, anni di piombo…
Niente, niente, l’onestuomo va pazziando?
Il clima di tensione non è dato da chi dice le cose come stanno, ma da chi male-fa, da chi, nell’interesse di poter intervenire violentemente, per imporre quelle che pensa essere le sue ragioni, lascia che accadano (quando addirittura non orchestra) fatti che gli permettano, prima, di mostrare la sua santità nell’essere magnanimo (quasi che questo servisse a garantire la giustezza del suo operato) e poi, di cavalcare l’onda creata dalle rane gracidanti. Ora che nel coro delle rane ci si metta pure il Presidente della Repubblica…
Lui c’era ai tempi delle stragi di Stato
che sono servite a giustificare la repressione dei movimenti di piazza, l’eliminazione dei politici scomodi, la mistificazione sull’uso della mafia da parte di alcuni partiti al Governo, altro che BR!
Non sarà anche lui “uomo di mare”? No, perché tutti ‘sti uomini di mare al governo, mi sa che ci stanno affondando … e uno va a passare le vacanze mimetizzandosi coi barracuda, e l’altro naviga a vista, e quell’altro ancora va bordesando …
Già, ma forse lui era già Onorevole…